Se, a 45 anni dall’ alluvione di Firenze, l’ Arno esondasse di nuovo, ”non sarebbero messe a rischio vite umane” ma ”sicuramente si potrebbe creare qualche problema grosso per la citta’, perche’ ancora mancano gli interventi strategici che aiuterebbero Firenze a considerarsi definitivamente fuori da quel tipo di scenario”. Lo ha detto stamani Gaia Checcucci, segretario generale dell’ autorita’ di bacino dell’Arno, a margine di una iniziativa sull’ Arno per gli studenti, presentata in Palazzo Vecchio insieme all’ assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi. ”Se oggi ci fosse di nuovo l’alluvione – ha spiegato Checcucci – le conseguenze non sarebbero le stesse, perche’ da allora qualche intervento e’ stato fatto: le casse di espansione, la diga di Bilancino, solo per far qualche esempio”. ”Con onesta’ pero’ – ha aggiunto il segretario – dico anche che non mi posso considerare soddisfatta e che quindi un caso analogo a quanto avvenuto nel ’66 o nel ’92 non metterebbe a rischio vite umane, anche perche’ abbiamo un sistema di allertamento e di protezione civile diverso, ma sicuramente potrebbe creare qualche problema grosso a Firenze, perche’ mancano ancora gli interventi strategici che aiuterebbero la citta’ a considerarsi definitivamente fuori da quel tipo di scenario”. Per arrivare al completamento della messa in sicurezza del territorio afferente al bacino dell’ Arno, ha detto Checcucci, ”mancano 296 milioni di euro per coprire le opere piu’ importanti lungo tutto il percorso del fiume”.