Secondo gli esperti, un aumento oltre la soglia dei due gradi potrebbe innescare cambiamenti irreversibili per il sistema terrestre. Il periodo 2002-2011 ha eguagliato il record del 2001-2010 come decennio piu’ caldo da quando sono state effettuate misurazioni accurate nel 1850. A questo si e’ aggiunto, nella seconda meta’ del 2010 fino a maggio 2011, il passaggio della Nina, il fenomeno atmosferico ciclico che si ripete ogni 3-7 anni e che ha gravi effetti sul clima. A farne le spese, stavolta, e’ stata l’Africa orientale, colpita da una spaventosa siccità, le isole nel Pacifico equatoriale e le regioni meridionali degli Stati Uniti, senza dimenticare le alluvioni in Africa e Asia meridionale e nell’Australia orientale.
Nonostante la Nina, come il Nino, non siano causati dal cambiamento climatico, l’innalzamento della temperatura invece ha effetti sulla loro intensita’ e frequenza. Tra profonde divisioni, lo spettro della crisi economica e un certo pessimismo sulla possibilita’ di superare lo stallo attuale, si e’ aperta lunedi’ a Durban, in Sudafrica, la 17esima Conferenza delle Nazioni Unite dedicata al clima, alla quale fino al 9 dicembre parteciperanno delegazioni da 190 Paesi e organizzazioni di tutto il mondo. In ballo c’e’ il futuro del Protocollo di Kyoto, l’unico trattato internazionale vincolante per ridurre le emissioni inquinanti, la cui prima fase si concludera’ alla fine del 2012. Tra gli obiettivi del summit, anche quello della creazione entro il 2020 di un fondo per il clima da 100 miliardi di dollari l’anno per aiutare i Paesi piu’ poveri a far fronte ai costi della riduzione delle emissioni di gas serra.