Grazie al riepilogo della Sezione di Catania dell’Ingv, andiamo a osservare il riepilogo dell’attività dei vulcani Siciliani attivi (Etna e Stromboli) nel mese di ottobre conclusosi pochi giorni fa. Nell’articolo, tutti gli orari sono in GMT (= ora locale -2 fino al 29 ottobre, ora locale -1 dal 30 ottobre).
ETNA
Durante il mese di ottobre 2011 sono avvenuti due ulteriori episodi eruttivi parossistici dal Nuovo Cratere di Sud-Est (CSE; l’ex “pit crater” oppure “cratere a pozzo” posto sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est), portando il numero di tali eventi dall’inizio di questo periodo eruttivo (gennaio 2011) a 17. Durante tutto il mese sono continuate le solite esplosioni profonde all’interno del condotto del Cratere di Nord-Est, accompagnate da un forte degassamento e da boati udibili chiaramente dall’orlo craterico; inoltre il giorno 20 ottobre sono avvenute delle minori emissioni di cenere alla Bocca Nuova.
Episodio eruttivo dell’8 ottobre 2011
Quasi dieci giorni dopo l’episodio parossistico del 28 settembre 2011, nella mattinata del giorno 8 ottobre, la rete sismica dell’INGV-Osservatorio Etneo (Catania) ha mostrato un rapido aumento dell’ampiezza del tremore vulcanico, accompagnato da una superficializzazione della sorgente del tremore, che ha anche cominciato a spostarsi dalla sua posizione consueta sotto il Cratere di Nord-Est verso il Nuovo CSE. Intorno alle ore 11:00, le telecamere di sorveglianza hanno cominciato a mostrare segni di una debole attività stromboliana, che successivamente è andata in crescita ed è stata seguita, alle ore 13:30, da un trabocco di lava attraverso la lacuna che taglia l’orlo sud-orientale del Nuovo CSE. Verso le ore 13:45 era in corso una vivace attività di spattering e piccole fontane di lava dalla frattura eruttiva sul fianco sud-orientale del cono, formatasi durante il parossismo del 29 agosto.
Dopo le ore 14:15 GMT, le condizioni di visibilità sono peggiorate; così il passaggio da attività stromboliana alla fase parossistica con fontane di lava ed emissione di cenere non è stato osservato direttamente. Tuttavia questo passaggio, intorno alle ore 14:30 GMT, si è udito chiaramente, e la nube di cenere si è rapidamente alzata al di sopra delle nubi meteorologiche, spostandosi verso est. Allo stesso tempo una colata lavica è scesa sulla parete occidentale della Valle del Bove, prendendo lo stesso percorso delle colate precedenti.
Probabilmente durante questa fase si sono aperte delle bocche eruttive sul fianco nord-orientale del cono del Nuovo CSE, approssimativamente lungo la stessa frattura che si era aperta durante l’episodio eruttivo dell’8 settembre, e sono state emesse due piccole colate di lava. La più voluminosa di esse, alimentata dalla parte terminale della frattura, ha percorso qualche centinaio di metri per invadere la parte centrale della fessura eruttiva di maggio 2008.
La fase parossistica è durata poco più di 20 minuti per esaurirsi intorno alle ore 14:50 GMT; sono continuate le emissioni di cenere fino alle ore 15:45 circa, quando il livello del tremore vulcanico è ritornato su valori uguali a quelli precedenti l’episodio parossistico, e i fronti lavici apparivano pressoché fermi. La nube di cenere è stata spostata dal vento verso est-nordest, causando ricadute di cenere in un settore molto stretto, che passa dalla zona di Ripe della Naca e il paese di Puntalazzo all’abitato di Mascali.
L’episodio parossistico dell’8 ottobre è stato il più breve nella serie di simili episodi iniziatasi a gennaio 2011 – la fase culminante di fontane di lava e di forte emissione di cenere è durata solo circa 20 minuti. E’ da notare che l’attività minore sul fianco settentrionale del cono del Nuovo CSE ha seguito il trend della frattura dell’8 settembre, che è orientata, nella sua parte a monte, circa SSW-NNE per assumere, nella sua parte più bassa, un orientamento SW-NE. Diversamente, la frattura apertasi durante il parossismo del 28 settembre, si trova più ad ovest, tagliando la base del “Levantino”, un cono secondario formatosi nel 2000-2001 sul fianco settentrionale del vecchio cono del CSE. La morfologia del Nuovo CSE non ha subito maggiori cambiamenti, anche se è probabile che l’accumulo di nuovo materiale piroclastico abbia leggermente aumentato la sua altezza.
Un sopralluogo effettuato il giorno 12 ottobre ha rivelato la presenza di un esteso campo di fratture secche (non eruttive) sul terreno a nord del cono del Nuovo CSE, che rappresentano la continuazione delle fratture eruttive apertesi durante i parossismi del 28 settembre e 8 ottobre in direzione di nord-est. Le fratture erano concentrate in tre fasce principali, con aperture localmente superiori a 0.5 m, estendendosi per circa 150-200 m, senza però intersecare la parte alta della fessura eruttiva del 13 maggio 2008.
Episodio eruttivo del 23 ottobre 2011
Dopo un intervallo di calma di 15 giorni, il Nuovo CSE si è risvegliato nella serata del 23 ottobre 2011, per dare vita al 17° episodio eruttivo parossistico dell’anno. Questo evento ha avuto una fase di “preludio” estremamente breve, passando dalle prime piccole esplosioni stromboliane, alle ore 17:13, a fontanamento lavico sostenuto in meno di un’ora e mezza. La fase parossistica invece è durata più di 90 minuti.
Alle ore 17:13 la telecamera di sorveglianza visiva dell’INGV-Osservatorio Etneo (Catania) sulla Schiena dell’Asino ha cominciato a registrare una debole attività esplosiva; verso le 17:35 sono apparse anche delle piccole anomalie nelle immagini della telecamera termica posta sulla Montagnola. Allo stesso tempo, l’ampiezza del tremore vulcanico ha cominciato a incrementare, accompagnato dal tipico spostamento della sorgente del tremore verso il Nuovo CSE e verso la superficie.
Alle ore 18:36, si è aperta una bocca sul fianco sud-orientale del cono, producendo alla sua volta una fontana di lava e portando ad un sensibile aumento del tasso effusivo. L’altezza delle fontane di lava è aumentata significativamente dopo le 19:00, quando hanno raggiunto i circa 300 m di altezza sopra il cratere. Intorno alle ore 19:30 si è attivata una terza bocca eruttiva, all’interno del Nuovo SEC, possibilmente in una posizione più vicina al suo orlo settentrionale. I prodotti dell’attività esplosiva hanno iniziato a ricadere abbondantemente sul fianco orientale del cono formando una spessa cortina, mentre i blocchi incandescenti di maggiori dimensioni rotolavano fino alla sua base, dove il pendìo diventa piatto. Intorno alle 20:29 l’area sommitale è stata anche interessata da due lampi, probabilmente innescati dalla frammentazione del magma. Dopo le ore 20:30 l’attività sia effusiva che esplosiva è diminuita drasticamente, passando nuovamente ad attività stromboliana verso le 21:00, per poi cessare del tutto alle 21:15.
La colata lavica, che continuava di avanzare verso il fondo della Valle del Bove fino alle 22:40 GMT circa, ha seguito lo stesso percorso delle colate emesse durante i parossismi precedenti, arrestandosi poco a monte di Monte Centenari. Il settore più colpito dalla ricaduta di tefra (cenere e piccoli lapilli scoriacei) è stato quello orientale, estendendosi dalla zona di Zafferana (di cui solo la parte settentrionale ha ricevuto una notevole quantità di cenere), Milo e Fornazzo, attraverso Santa Venerina e Dagala del Re fino a Giarre e Riposto e paesi limitrofi.
L’intervallo di calma fra questo episodio e quello precedente (15 giorni) è stato più lungo di quelli che hanno separato tutti gli episodi parossistici a partire da quello del 9 luglio 2011; invece la fase di “preludio” è stata più breve rispetto a quelle precedenti. L’acme di questo parossismo è stato più lungo, con fasi di temporanea diminuzione seguita da riprese più violente; tuttavia le fontane di lava hanno raggiunto altezze massime di circa 300 m (quelle dell’episodio parossistico del 28 settembre sono state alte 600-800 m). Si nota inoltre che durante questo evento, il sistema di fratture e bocche eruttive formatesi sul fianco settentrionale del Nuovo CSE durante i parossismi dell’8, 28 settembre e 8 ottobre, non si è riattivato.
STROMBOLI
Lo Stromboli attualmente si trova in uno stato di attività eruttiva persistente, con esplosioni di medio-bassa entità da diverse bocche eruttive nell’area craterica sommitale. Nel mese di ottobre 2011, l’attività si è svolta con le solite fluttazioni, e con diversi episodi di spattering. L’attività è avvenuta dalle due aree crateriche, poste nei settori nord e sud della terrazza craterica; gli episodi di spattering sono avvenuti nell’area sud, e non sono stati accompagnati dalla formazione di colate laviche. L’attività di spattering è stata periodicamente piuttosto intensa, per esempio nei giorni 25 e 30 ottobre.