Le nuove scosse sismiche di questa notte nei pressi del Lago di Garda (più forti le prime due ieri sera, più debole invece l’ultima, nella notte) hanno fatto tornare la paura nella popolazione di basso Trentino e Veneto nord/occidentale, già provato dalla forte scossa di magnitudo 4,2 richter di sabato mattina, che aveva provocato anche dei danni soprattutto ad Avio.
La gente s’è impaurita e sono state tantissime, oltre 400, le chiamate ai vigili del fuoco in meno di un’ora. In tanti sono usciti di casa e hanno chiesto consigli sul da farsi, e in moltissimi adesso non vogliono andare a dormire, perchè non sono tranquilli.
Quest’articolo, forse, potrà dargli una mano a ritrovare il sonno: il responsabile della sezione geologia e paleontologia del Museo tridentino, Marco Avanzini, ha rilasciato ieri alcune dichiarazioni decisamente tranquillizzanti a Nicola Filippi su http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/, spiegando che queste scosse possono essere classificate come sciame sismico in una zona compresa tra i monti Lessini, il Baldo e la conca gardesana, dove è assolutamente normale che si verifichino eventi del genere, senza fenomeni distruttivi.
“Il Trentino meridionale – ha detto l’esperto – è una zona con una maggiore compressione della crosta terrestre, ma la sua pericolosità resta bassa“. Infatti, come spiega Filippi, il dipartimento della Protezione civile ha installato nell’are aben 15 sismografi che, ogni anno, rilevano centinaia di scosse di terremoto, anche se non tutte vengono avvertite dalla popolazione.
“Questi sismografi sono così sensibili che avvertono pure gli scoppi nelle cave di porfido – ha aggiunto Avanzini – le scosse di terremoto che vengono avvertite dalle persone sono poche“.
Avanzini conferma anche che fare previsioni sui terremoti è impossibile: “Non ci sono relazioni fra un’intensità, che apparentemente aumenta, e l’attesa di un evento sismico disastroso. Nel Basso trentino si scarica l’energia delle varie faglie, il susseguirsi di terremoti non è una cosa così disastrosa, significa che in quella zona non si accumula troppa energia, anzi si scarica“.