Mentre sull’emisfero boreale sta per entrare di scena la fredda stagione invernale, con il ricompattamento del vortice polare in sede artica, lungo l’emisfero australe la stagione estiva avanza a piccoli passi, favorendo un graduale aumento della temperatura media delle acque superficiali dei mari e degli oceani lungo la linea del tropico del Capricorno. Proprio in questo periodo dell’anno i caldi mari australi iniziano a sfornare i primi cicloni tropicali dell’estate australe. Difatti, nei giorni scorsi, sull’oceano Indiano meridionale, nel tratto a sud-ovest dell’isola indonesiana di Giava, si è venuta a sviluppare la prima tempesta tropicale dell’estate australe del 2011. La perturbazione tropicale è stata denominata “Alenga” (un nome che inizia con la A visto che è la prima della stagione). Negli ultimi giorni, molto spesso in quest’area, si sono notati dei sistemi temporaleschi (Cluster a multicella), legati direttamente all’ITCZ, staccarsi dal “fronte di convergenza intertropicale” per allontanarsi, in modo del tutto autonomo, verso le latitudini tropicali, evolvendosi in sistemi convettivi via via sempre più organizzati, “tropical waves”, e capaci di trasformarsi in depressioni o tempeste tropicali. Questo è stato il caso della tropical storm “Alenga” che si è gradualmente distaccata dal ramo principale dell’ITCZ per evolvere, in modo autonomo, verso le latitudini tropicali. Attualmente il sistema tropicale si trova posizionato nel cuore dell’oceano Indiano meridionale, nel tratto a ovest-sud/ovest del piccolo arcipelago delle Cocos. La tempesta mantiene molto bene lo “status” di tropical storm, grazie alla continua attività convettiva interna e ai forti venti che raggiungono una intensità media sostenuta sui 90-100 km/h, con raffiche capaci di toccare i 120-130 km/h. All’interno dell’area perturbata vengono segnalate onde alte anche più di 5-6 metri che stanno dando parecchio fastidio alla navigazione marittima.
Stando alle previsioni la tempesta tropicale nei prossimi giorni dovrebbe continuare a muoversi verso sud-est, seguendo una particolare traiettoria che la spingerà, per più giorni, in mare aperto, sopra acque superficiali abbastanza calde per mantenerla in vita. Anzi, non è del tutto escluso, che entro la serata di domani (giovedi 8 Dicembre), “Alenga” possa ulteriormente intensificarsi al punto da trasformarsi in un vero e proprio ciclone tropicale di 1° categoria sulla scala Saffir-Simpson, con venti medi sostenuti capaci di superare la soglia dei 120 km/h e raffiche fino a 145-150 km/h. L’intensificazione fino a ciclone di 1° categoria dovrebbe risultare alquanto temporanea nel tempo. Già entro la giornata di venerdi 9 Dicembre la tempesta continuerà a spingersi verso sud-est, piegando più in direzione sud-sud/est, fino a a raggiungere le latitudini medie, finendo sopra acque superficiali sempre più fredde e meno adatte allo sviluppo dei moti convettivi. Inoltre, scendendo di latitudine, la perturbazione tropicale dovrà fare i conti con le ingerenze delle potenti “Westerlies” che sferzano la fascia temperata dell’emisfero australe. Una volta agganciato dalle forti correnti occidentali in quota il sistema tropicale perderà gran parte delle sue energie, andando progressivamente a dissiparsi in una semplice depressione tropicale in azione a largo delle coste occidentali australiane. Entro sabato 10 Dicembre i resti di “Alenga” dovrebbero scomparire definitivamente sotto il flusso dei forti venti occidentali. Nei prossimi giorni altre depressioni tropicali andranno a svilupparsi e approfondirsi lungo l’oceano Indiano meridionale.