Alle 5:03 della prossima notte si verificherà il solstizio d’Inverno, un fenomeno astronomico festeggiato sin dall’antichità tra miti e leggende. Perché durante questo periodo fa freddo? “Perché siamo più lontani dal Sole”, potrebbe essere la risposta più comune. In realtà non è assolutamente così. La Terra ruota intorno al Sole ad una distanza media di 150 milioni di Km, ma percorrendo un’orbita leggermente eclittica, è talvolta più vicina e talvolta più lontana. L’eclittica non è altro che l’orbita descritta dalla Terra, ma è anche il percorso descritto dal Sole nel suo moto apparente sulla volta celeste: il Sole descrive così un cerchio che passa tra le costellazioni dello zodicaco. Tuttavia il variare delle stagioni è determinato dall’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita intorno alla nostra stella, e non dalla distanza che separa i due corpi nelle varie stagioni dell’anno. L’asse terrestre non è perpendicolare all’eclittica, ma è inclinato con un angolo di 23 gradi e mezzo, determinando quindi un’inclinazione analoga rispetto all’equatore celeste. E’per questo motivo che i 2 emisferi hanno stagioni opposte. Nel mese di Giugno, mentre noi attendiamo l’arrivo della calda stagione, l’emisfero australe piomba in inverno, così come nel mese di Dicembre si verifica l’opposto. In questo periodo il Sole resta sul Polo sud per 6 mesi sopra l’orizzonte, dando luogo al famoso fenomeno del Sole di mezzanotte. Il termine solstizio d’inverno deriva dal latino solstitium, che significa letteralmente “sole fermo”. Il Sole nel giorno del solstizio d’inverno percorre la sua traiettoria più bassa, caratterizzando il giorno più breve dell’anno. E’proprio in questo momento in cui l’astro proietta la sua ombra più lunga, e regala l’entrata dell’inverno astronomico. L’arrivo del solstizio d’inverno per l’emisfero boreale rappresenta non solo la gioia degli amanti del gelo e della neve, ma preannuncia l’arrivo del Natale, la festa sicuramente più attesa per i cristiani. Proprio al cristianesimo si deve la festa del 25 Dicembre, dal momento che venne modificata la nascita del Sole proprio con la nascita di Cristo. In ogni parte del mondo l’arrivo del solstizio d’inverno viene festeggiato in modi differenti, con le loro usanze e tradizioni.
Gli antichi consideravano questo passaggio come magico e drammatico e tutte le culture fin dall’antichità festeggiavano questo evento con fuochi e candele per illuminare la notte, invitando il Sole a tornare a splendere. In Egitto si celebrava il dio Horo; in Messico pre-colombiano vedeva la luce il dio Quetzalcoath e l’azteco Huitzilopochtli; Bacab nello Yucatan; il dio Bacco in Grecia, nonché Ercole e Adone; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era festeggiato dalle genti del Nord; Zaratustra in Azerbaigian; Buddha, in Oriente. Ma si hanno notizie di festeggiamenti a Stonehenge, attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica. Da esso si ispirò il “frammento 66” dell’opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C) e fu allegoricamente cantato da Omero nell’Odissea, da Virgilio nell’Eneide. Per i Celti il Solstizio d’Inverno cadeva tra la lunazione di Dumannios e Riuros (Tempo del Freddo) e le forze legate al ghiaccio e al gelo venivano considerate come generatrici di vita. In Roma pagana lo stesso significato avevano le feste d’inverno che si celebravano due o tre secoli prima della nascita di Cristo, note con il nome di Saturnali o feste di Saturno. Quello stesso fenomeno, fu invariabilmente atteso e magnificato dall’insieme delle popolazioni indoeuropee: i Germani, “Yulè” (la ruota dell’anno); gli Scandinavi “Jul” (“ruota solare”), i Finnici “July” (tempesta di neve), i Lapponi “Juvla“; i Russi “Karatciun“, e così via. Ancora oggi il solstizio viene festeggiato in molte parti del mondo, tenendo conto delle tradizioni antiche. Sono molte le costruzioni messe su proprio in relazione a questo giorno, talvolta con una precisione mai vista prima. Per noi resta l’entrata dell’inverno più intenso, in attesa che la neve ed il gelo possano prima o poi farci visita.