Secondo i dati rilevati dal satellite dell’Inpe (Instituto Nacional de Investigaciones Espaciales), la deforestazione dell’Amazzonia ha raggiunto il suo livello piu’ basso dal 1998: tra agosto 2010 e luglio 2011 sono andati distrutti 6.238 chilometri quadrati di foresta, con una flessione dell’11% rispetto agli oltre 7.000 chilometri quadrati distrutti tra agosto 2009 e luglio 2010. Sarebbe troppo ottimistico parlare di una buona notizia, visto che si tratta comunque di una superficie corrispondente a quattro volte quella della metropoli brasiliana di San Paolo. Secondo il governo brasiliano pero’, la nuova linea di azione e’ non solo quella di combattere la deforestazione illegale, ma di recuperare aree distrutte. Gli ambientalisti, pero’, non sembrano essere d’accordo con l’ottimismo del governo. A preoccuparli e’ soprattutto il nuovo Codice Forestale che indebolisce, secondo loro, le voci a tutela delle foreste contenute nel testo finora in vigore, modificate a causa delle pressioni esercitate dal settore agro-zootecnico. Oggi, il Senato brasiliano votera’ una nuova versione del testo, piu’ rigida di quella approvata a maggio, ma che ancora non soddisfa gli ambientalisti, la cui preoccupazione e’ stata espressa attraverso il Wwf a Durban. Il Wwf ha infatti denunciato che il nuovo Codice Forestale permetterebbe la distruzione di 76,5 milioni di ettari di boschi, una superficie simile a quella di Germania, Austria e Italia messe insieme, nuove deforestazioni che “potrebbero causare emissioni ulteriori, fino a 28.000 milioni di tonnellate di Co2”, dice il responsabile boschi del Wwf, Roberto Maldonado. Ovvero, quanto puo’ emettere in 30 anni un Paese come la Germania. Insomma, la nuova normativa rappresenta “un incubo per la biodiversita'” e potrebbe avere conseguenze sul clima mondiale.