Un team di scienziati ha usato l’Ozone Monitoring Instrument (OMI) sul satellite Aura della NASA per confermare le importanti riduzioni dei livelli di un inquinante dell’aria generato dalle centrali a carbone negli Stati Uniti orientali. L’inquinante, il biossido di zolfo, contribuisce alla formazione di piogge acide e può causare gravi problemi di salute. Il team, guidato da un ricercatore dell’Environment Canada, ha dimostrato che i livelli di biossido di zolfo in prossimità di impianti di grandi centrali a carbone sono diminuite di quasi la metà dal 2005. Le nuove scoperte, confermano quindi declino dei livelli di biossido di zolfo e dimostrano che gli scienziati sono potenzialmente in grado di misurare i livelli di emissioni nocive in tutto il mondo, anche in luoghi dove il controllo di terra non è molto esteso o non esiste. Circa due terzi di inquinamento di anidride solforosa in aerea americana proviene dalle centrali a carbone. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sul Geophysical Research Letters. Gli scienziati attribuiscono il calo della anidride solforosa al Clean Air Interstate Rule, una regola approvata dalla US Environmental Protection Agency nel 2005, approvata per ridurre drasticamente le emissioni di anidride solforosa. In risposta a tale regola, molte centrali elettriche negli Stati Uniti hanno installato dispositivi di desolforazione e presi altri provvedimenti che limitano il rilascio di anidride solforosa. Mentre in passato, si era utilizzato lo stesso strumento per osservare i livelli di biossido di zolfo nei grandi pennacchidi cenere vulcanica, questa è la prima volta che gli scienziati hanno potuto osservare sottili dettagli sugli Stati Uniti, una regione del mondo che in confronto alla rapida crescita dell’Asia causa ora modeste emissioni. Pochi decenni fa, l’inquinamento di anidride solforosa era abbastanza grave negli Stati Uniti. I livelli della sostanza inquinante sono scesi di circa il 75 per cento dal 1980 dovuto in gran parte al passaggio di questa regola.
Vitali Fioletov, uno scienziato con sede a Toronto, e i suoi colleghi, hanno sviluppato un nuovo approccio matematico che ha migliorato le misure. “Vitali ha sviluppato una tecnica estremamente potente che consente di rilevare le emissioni anche quando i livelli di biossido di zolfo sono circa quattro volte inferiori rispetto a quello che si è potuto rilevare in precedenza”, ha detto Nickolay Krotkov, un ricercatore con sede presso il Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland, e co-autore della nuova “legge”. La tecnica ha permesso a Fioletov ed i suoi colleghi di individuare i segnali di biossido di zolfo dalle 40 maggiori fonti negli Stati Uniti, ossia le centrali a carbone che emettono generalmente più di 70 kilotoni di biossido di zolfo all’anno. Gli scienziati hanno osservato il declino delle emissioni principalmente dalle centrali elettriche in Alabama, Georgia, Indiana, Kentucky, North Carolina, Ohio, Pennsylvania e West Virginia, confrontando i livelli di inquinanti tra una media di riferimento compresa dal 2005 al 2007 con un altra compresa tra il 2008 e il 2010. “Quello che stiamo vedendo in queste osservazioni via satellite costituisce un risultato importante per l’ambiente“, ha detto Bryan Bloomer, uno scienziato dell’Agenzia per la Protezione Ambientale. “Questa è una storia di grande successo per l’EPA e il Clean Air Interstate Rule“, ha detto lo scienziato. I ricercatori hanno concentrato le loro analisi agli Stati Uniti approfittando della presenza di una solida rete di strumenti a terra in grado di monitorare le emissioni di biossido di zolfo all’interno di ciminiere dell’impianto di alimentazione. Gli strumenti a terra hanno registrato un 46 per cento di declino nei livelli di biossido di zolfo dal 2005 – che è coerente con la riduzione del 40 per cento osservato dall’OMI. “Ora che abbiamo confermato che la tecnica funziona, il passo successivo è quello di usarlo per altre parti del mondo che non dispongono di sensori basati a terra“, ha detto Krotkov. “La vera bellezza di utilizzare i satelliti è che possiamo applicare la stessa tecnica per l’intero globo in modo coerente“. Inoltre, il team prevede di utilizzare una tecnica simile per controllare altri importanti inquinanti come il carbone delle centrali di rilascio, o come il biossido di azoto, un precursore dell’ozono.