Recentemente abbiamo parlato del più violento terremoto registrato nell’ultimo secolo, appartenente al Cile. In quella circostanza, nel 1960, un violento sisma di magnitudo 9.5 sconvolse la nazione. Il secondo terremoto più forte di sempre appartiene all’Alaska, dove nel lontano 28 Marzo 1964, si verificò una terribile scossa di magnitudo 9.2. Questo grande terremoto ed il conseguente tsunami, causò circa 311 milioni di dollari di danni e 128 vittime. Gli effetti del terremoto furono devastanti in molte città, tra cui Anchorage, Chitina, Glennallen, Omero, Speranza, Kasilof, Kenai, Kodiak, Moose Pass, Portage, Seldovia, Seward, Sterling, Valdez, Wasilla, e Whittier. La città di Anchorage fu la più vicina all’epicentro, localizzato a 120 Km a S/E, e quindi la più colpita. Nel centro della città circa 30 blocchi di abitazioni ed edifici commerciali furono seriamente danneggiati o addirittura distrutti. Una moderna struttura di sei piani crollò, mentre altre strutture vennero danneggiate irreparabilmente. Le scuole furono quasi tutte devastate, tra cui l’Anchorage High School, dalla scossa principale, della durata di tre minuti. La città venne colpita inoltre da alcune frane che arrecarono danni molteplici. Il movimento franoso più grande si verificò a Turnagain Heights su una superficie di circa 130 ettari, dal momento che il terreno traboccò in molti punti, distruggendo ben 75 abitazioni private. Vennero a mancare acqua e gas, gli impianti fognari e idrici vennero completamente distrutti, le linee telefoniche furono interrotte in tutta l’area. Il terremoto fu accompagnato da uno spostamento verticale su una superficie di circa 520 mila chilometri quadrati. L’area principale di sollevamento si verificò a nord-est dalla parte meridionale dell’isola di Kodiak.
Gli spostamenti verticali variavano da circa 11,5 metri di elevazione per 2,3 metri di cedimento rispetto al livello del mare. L’estremità sud-ovest di Montague Island subì uno spostamento verticale di circa 13 – 15 metri. Questa zona di subsidenza coprì circa 285.000 chilometri quadrati, comprendendo il nord e la parte occidentale di Prince William Sound, la parte ad ovest delle Montagne Chugach, la maggior parte della Penisola di Kenai, e quasi tutto il gruppo della Isole Kodiak. La scossa generò uno tsunami che devastò molte città lungo il Golfo dell’Alaska, e causò gravi danni ad Alberni e Port Alberni, in Canada, lungo la costa occidentale degli Stati Uniti (ci furono 15 morti in quella circostanza), e alle isole Hawaii. L’altezza dell’onda massima registrata fu di ben 67 metri all’ingresso di Valdez. Tutte le aree lungo la costa del Golfo della Louisiana e del Texas riportarono invece meno danni, in quanto più protetti dall’azione di fiumi, laghi, paludi e porti. Questo terribile sisma venne avvertito su una vasta area dell’Alaska, del territorio dello Yukon e della Columbia britannica, in Canada.