Tra i dispersi, circa 400 persone mancano ancora all’appello nella sola citta’ di Iligan, mentre proseguono gli sforzi dei soccorritori. Purtroppo il bilancio delle vittime sembra destinato ad aumentare. La tempesta (chiamata Sendong nell’arcipelago) ha colpito l’isola di Mindanao con venti fino a 90km/h. Ma è soprattutto la quantità d’acqua caduta ad aver causato il disastro, con smottamenti e fiumi gonfiatisi all’improvviso, travolgendo i centri abitati in particolare nelle aree meno elevate. “Interi villaggi sono stati spazzati verso il mare, non ho mai visto niente del genere“, ha detto un portavoce dell’esercito, Leopoldo Galon. Le immagini diffuse dalle tv mostrano corpi nel fango, case distrutte e cumuli di automobili in particolare in alcune cittadine sulla costa settentrionale dell’isola; i trasporti e le comunicazioni sono paralizzati, così come mancano la luce elettrica e l’acqua potabile.
Oltre 20 mila soldati sono impegnati nella frenetica gestione dell’emergenza da questa mattina, evacuando migliaia di residenti e soccorrendo almeno 15 persone che erano finite in mare. Il maltempo ha causato la cancellazione di almeno sei voli interni della Cebu Pacific nella regione, dove sono stati interrotti anche i collegamenti marittimi.
Le Filippine sono interessate ogni anno da una ventina di tempeste tropicali, ma l’isola di Mindanao è solitamente meno colpita; particolare, hanno fatto notare le autorità locali, che ha probabilmente portato molti residenti a sottovalutare la violenza di Washi. Nel resto del Paese, la più grave tempesta degli ultimi anni è stata Ketsana, che nel 2009 causò 464 vittime a Manila e nell’enorme periferia. Quest’anno, a settembre i due tifoni Nesat e Nalgae avevano provocato un centinaio di vittime a distanza di pochi giorni.
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