La missione Keplero della NASA ha scoperto i primi due pianeti di dimensioni simili alla Terra orbitanti intorno ad una stella simile al nostro Sole. I pianeti, chiamati Kepler-20e, e Kepler-20f, sono troppo vicini alla loro stella per essere classificati nella cosiddetta fascia abitabile, dove l’acqua liquida sulla superficie dovrebbe permettere la presenza della vita. I 2 corpi sono gli esopianeti più piccoli mai confermati. La scoperta segna la prossima pietra miliare nella ricerca finale di pianeti come la Terra. Kepler-20e, e 20f, sono probabilmente di tipo roccioso. Il primo è leggermente più piccolo di Venere, misurando 0,87 volte il raggio della Terra. Il secondo invece, è un po’ più grande del nostro pianeta, misurando 1,03 volte il suo raggio. Entrambi i pianeti risiedono in un sistema composto da cinque pianeti chiamato Kepler-20, a circa 1.000 anni luce di distanza nella costellazione della Lyra. Kepler-20e orbita intorno alla sua stella madre ogni 6,1 giorni, mentre Kepler-20f ogni 19,6 giorni. Queste brevi periodi orbitali significa mondi inospitali, tremendamwente caldi. Il valore medio giornaliero di temperatura su Kepler-20f è molto simile alla temperatura giornaliera che si verifica su Mercurio, pari a 426°C.
L’altro pianeta invece, mostra una temperatura superficiale di 760°C, dove fonderebbe anche il vetro. “L’obiettivo primario della missione Keplero è quello di trovare pianeti delle dimensioni della Terra nella zona abitabile“, ha detto Francois Fressin dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge, Massachusetts, principale autore di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature. Questa scoperta dimostra per la prima volta che esistono pianeti intorno ad altre stelle di dimensioni simili alla nostra Terra, e che siamo in grado di individuarli. Il sistema include tre altri pianeti che sono più grandi della Terra ma più piccoli di Nettuno. Kepler-20b, il pianeta più vicino, Kepler-20c, il terzo pianeta, e Kepler-20d, il quinto pianeta, che orbitano intorno alla loro stella in un periodo di tempo compreso tra 3.7, 10.9 e 77.6 giorni. Tutti e cinque i pianeti hanno orbite molto strette, che nel nostro sistema solare risulterebbero all’interno dell’orbita di Mercurio. La stella ospite appartiene alla stessa classe del nostro sole, anche se è leggermente più piccola e più fresca. Il nostro sistema solare sembra più organizzato, dal momento che i pianeti più piccoli e rocciosi (i cosiddetti pianeti terrestri), orbitano più vicini al Sole, metre quelli giganti e gassosi molto più lontani. Nel sistema Kepler-20 invece esiste un’alternanza di questi corpi. “I dati di Keplero ci stanno mostrando che alcuni sistemi planetari sono organizzati molto diversamente da quelli visti nel nostro sistema solare“, ha affermato Jack Lissauer, scienziato planetario e membro del team scientifico Keplero della NASA Ames Research Center di Moffett Field, in California. “L’analisi dei dati di Keplero continuano a rivelare nuove intuizioni circa la diversità dei pianeti e dei sistemi planetari nella nostra galassia.”
Gli scienziati non sono certi come il sistema si sia evoluto, ma non credono che i pianeti si siano formati nelle loro posizioni attuali. Le teorie più accreditate sono che i pianeti si siano formati ad una certa distanza dalla loro stella e che poi siano migrati all’interno, probabilmente attraverso le interazioni con il disco di materiale da cui hanno origine. Questo ha permesso ai mondi di mantenere la loro spaziatura regolare, nonostante le dimensioni si alternino. Il telescopio spaziale Keplero rileva pianeti e dei candidati pianeti, misurando tuffi nella luminosità di oltre 150.000 stelle utilizzando il metodo del transito. Il team scientifico Keplero richiede almeno tre transiti per verificare il segnale come un pianeta. Per queste osservazioni vengono utilizzati telescopi terrestri e spaziali, come il telescopio spaziale Spitzer. Il campo stellare di Keplero può essere osservato da terra nelle costellazioni del Cigno e nella Lyra. I dati di queste osservazioni consentono di determinare quali possano essere i candidati da convalidare come pianeti. Per convalidare Kepler-20e e Kepler-20f, gli astronomi hanno usato un programma chiamato Blender, che crea simulazioni per aiutare a escludere altri fenomeni astrofisici. Il 5 dicembre la squadra ha annunciato la scoperta di Keplero-22b nella zona abitabile della sua stella madre. E ‘probabile però che sia troppo grande per avere una superficie rocciosa. “Trovare pianeti adatti allo sviluppo della vita è solo una questione di tempo”, ha affermato Natalie Batalha, vice responsabile del team scientifico Keplero e professore di astronomia e fisica presso la San Jose State University. Ma tutto questo è nulla, se immaginiamo che le scoperte migliori probabilmente devono ancora arrivare.