Domenica 18 Dicembre 2011, ore 6:30. Comincia una straordinaria giornata all’insegna del maltempo, della neve, dei paesaggi fiabeschi. Il mese di Dicembre sino ad ora non ha regalato alcun freddo degno di nota, per cui la voglia di riassaporare il vero inverno è davvero tanta. Armati di fotocamera, ci siamo avventurati nel meraviglioso massiccio del Pollino, dove soprattutto dalla tarda mattinata erano attese copiose nevicate. Si parte da Taranto con soli 5°C, e con i campi di periferia colmi di brina. La prima fotografia ritrae lo stupendo scenario della diga di monte Cotugno, l’invaso artificiale in terra battuta più grande d’Europa. Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà senza dubbio una magnifica giornata. E’l’occasione inoltre per scaricare dati dal mitico Piano Ruggio e dalla nuova stazione di rilevamento dei Piani del pollino, progetto in collaborazione con l’associazione meteobasilicata. Dopo un caffè ristoratore a San Severino Lucano, comune lucano di 1739 abitanti, ci sia avvia per Colle dell’Impiso, luogo di partenza dell’escursione. Sulla strada è presente una bella lastra di ghiaccio, ma grazie alla nostra 4X4 è possibile proseguire senza particolari disagi. Il manto nevoso si attesta intorno ai 6-7 cm intorno ai 1550 metri. Lungo il percorso fa capolino il silenzio della natura, il rumore dei corsi d’acqua e di tanto in tanto il verso di qualche rapace. Siamo nella natura incontaminata del massiccio del Pollino, luogo freddo, gelido, quasi inospitale dal punto di vista climatico, ma favoloso e molto accogliente dal punto di vista paesaggistico. Come da previsione le condizioni meteorologiche cominciano a peggiorare, forse anche qualche tuono lontano. Cala la nebbia, e poco dopo eccoci sotto una fitta nevicata che ci ripaga di tutti gli sforzi effettuati per raggiungere quasi quota 1800 metri. Il suolo è completamente ghiacciato, la minima della notte lassù è stata di quasi -6°C e al momento il datalogger indica -3.5°C. Laghetti e torrenti sono ridotti ad una lastra di ghiaccio, che percorriamo anche con qualche difficoltà. La visibilità si fa scarsa, la neve cade fitta per tutto il percorso di ritorno. Il manto nevoso è aumentato, arrivando a misurare anche 10-12 cm, se non oltre, in alcuni punti. Al ritorno al campo base, dopo solo pochissime ore, si nota una netta differenza della coltre nevosa. Il nostro ritorno verso San Severino ci offre degli scenari favolosi, con nubi basse e paesaggi fiabeschi. Siamo stanchi ma soddisfatti quando il Sole sta per tramontare. La temperatura anche sui 1200 metri s.l.m. è crollata intorno ai -2°C, mentre i fiocchi hanno fatto la loro comparsa anche a 7-800 metri s.l.m. Come sempre durante il viaggio di ritorno la mente è assorta a quei paesaggi, a quella natura incontaminata, mentre la nostalgia comincia a farsi sentire. La montagna non stanca mai, i suoi colori, i suoi paesaggi differenti in ogni stagione dell’anno. Arrivederci Pollino, anche questa volta attraverso i tuoi paesaggi di sfolgorata bellezza, hai fatto innamorare tutti noi.