Gli effetti della violenta tempesta che si è abbattuta sulla Scozia con ondate alte più di 9-10 metri
MeteoWeb
Nella giornata di giovedi 8 Dicembre 2011 (giorno dell’Immacolata) una violenta tempesta di vento, proveniente dal nord Atlantico, ha letteralmente devastato la Scozia, il nord dell’Inghilterra e molte aree del nord Irlanda, arrecando ingenti danni e causando innumerevoli disagi. Pensate che le bufere di vento, in alcuni frangenti della giornata, sono state cosi “estreme” da riuscire ad abbattere diverse pale eoliche posizionate tra le campagne scozzesi e del nord dell’Inghilterra, cagionando un danno economico non indifferente. Vicino la cittadina di Ardrossan i venti di uragano hanno persino incendiato una turbina di una pala eolica. L’uragano che ha sferzato tutta la Scozia, in modo particolare le isole Ebridi, le coste occidentale e i rilievi interni, può essere catalogato come uno dei peggiori degli ultimi 15 anni nel territorio scozzese. Durante la fase clou in alcune aree interne le raffiche, tra O-SO e Ovest, sono divenute davvero molto violente, tanto da sfondare la soglia dei 190-200 km/h. Si tratta di venti che hanno la stessa intensità di un uragano della 3° categoria sulla scala “Saffir-Simpson”, usata comunemente per valutare la forza dei cicloni tropicali. Anche a bassa quote e persino lungo le coste occidentali, specie sull’arcipelago delle isole Ebridi, molto ben esposto alle grandi sfuriate atlantiche da O-SO, i venti sono stati fortissimi, con punte di raffica sino a 160-170 km/h.
In alcune aree, molto ben esposte, si sono toccati e superati i 180 km/ha livello del mare. Purtroppo venti di simili intensità quando si abbattono su un centro abitato o su aree a forte urbanizzazione provocano danni molto ingenti, alle volte incalcolabili. Molti tetti di case e abitazioni sono stati completamenti divelti dalla furia eolica, mentre gli alberi sradicati neanche si contano in tutta la Scozia. Danni, anche consistenti, sono stati arrecati ad edifici ed infrastrutture. Per precauzione quasi tutte le scuole e gli uffici pubblici in gran parte della Scozia e del nord dell’Inghilterra, nelle aree indicate maggiormente a rischio, sono stati chiusi. Le avverse condizioni atmosferiche hanno consigliato le autorità locali a chiudere l’Università a Glasgow consigliando a tutti i residenti di rimanere nelle case per la loro sicurezza e di non uscire di casa se non strettamente necessario. Molti gli scali aeroportuali rimasti temporaneamente chiusi, con decine di voli cancellati o dirottati su altri scali inglesi.
Venti violentissime sui rilievi scozzesi dove si è registrata una raffica di picco di ben 265 km/h, notevoli pure i 180 km/h raggiunti lungo le aree costiere
Come avevamo previsto le forti tempeste di vento che hanno battuto la Scozia, l’Irlanda settentrionale e il nord dell’Inghilterra sono state causate dal passaggio, molto ravviccinato, di un profondissimo ciclone extratropicale, con un minimo al suolo stimato poco sotto i 956 hpa, che dal nord Atlantico si è avvicinato alle isole Ebridi, transitando sull’estrema punta settentrionale del territorio scozzese, poco a sud delle isole Orcadi, prima di allontanarsi verso il mar del Nord. La vasta area ciclonica extratropicale, prima di avvicinarsi alle coste nord-occidentali scozzesi, è stata raggiunta da un blocco di aria molto fredda, di estrazione artico marittima (quindi molto gelida in quota), in discesa dal mare di Groenlandia e ben definito dalle moviole satellitari da una nuvolosità puntiforme (nubi convettive del tipo Cumuli e Cumulonembi) tipica all’interno delle irruzioni fredde di genesi marittima. L’iniezione di aria molto fredda dalle latitudini sub-polari, sotto fortissimi venti, tra N-NO e Nord, ha provocato un rapido approfondimento della circolazione ciclonica che ha raggiunto le coste occidentali scozzesi allo “status” di depressione-uragano, con un minimo barico al suolo stimato al di sotto dei 956 hpa. Una volta raggiunto il nord della Scozia il poderoso ciclone atlantico, annesso ad un sistema frontale in fase di maturazione, ha determinate un notevolissimo infittimento di isobare sopra tutto il Regno Unito e il mar del Nord, esaltato ulteriormente dalla presenza a sud, tra penisola Iberica e Mediterraneo centro-occidentale, di un cuneo dell’anticiclone delle Azzorre, in avanzamento verso la penisola italiana. Il consistente “gradiente barico” (differenza di pressione) creato ha attivato autentiche bufere di vento dai quadranti occidentali, con una prevalente componente da O-SO, che per tutta la giornata di giovedi 8 Dicembre hanno imperversato tra Irlanda, Scozia e Inghilterra, con venti davvero violenti, non solo sui monti. I fortissimi venti da O-SO in molte zone della Scozia occidentale, dell’Inghilterra settentrionale e del nord Irlanda hanno superato di netto i 170-180 km/h. Tra le raffiche di picco più elevate toccate a quote relativamente basse vanno citati gli incredibili 183 km/h raggiunti da Glen Ogle, i 169 km/hlambiti a Tulloch Bridge, i 146 km/h di Tiree o i 143 km/hdi Inverbervie. Notevoli pure i 137 km/h di South Uist Range, i 130 km/h di Skye/Lusa e Sule Skerry o i 126 km/hdi Loch Glascarnoch. A Stornoway, dal tardo pomeriggio/sera, con la migrazione del profondo minimo barico verso oriente, i venti si sono disposti tra NO e N-NO e hanno cominciato a spirare con raffiche fino a 135 km/hda N-NO che hanno accompagnato delle piogge miste a neve. A Kirkwall, sempre dal tardo pomeriggio/sera, sono arrivati fortissimi venti da Nord che hanno spirato fino a 133 km/h, mentre a Wick le furiose raffiche da NO si sono attestate sui 132 km/h. Venti molto forti, ma da E-SE e SE, dato l’orientamento del minimo poco più a sud-ovest, hanno investito anche le isole Orcadi, con raffiche fino a 120 km/h.
Furiosi venti di uragano, tra Ovest e O-SO, hanno flagellato duramente l’arcipelago delle Ebridi che hanno fatto i conti con terribili mareggiate. Anche l’Irlanda non è stata risparmiata dai fortunali dai quadranti occidentali che hanno sferzato il paese, con raffiche sui 130-140 km/h. La massima raffica in territorio irlandese è stata registrata dalla località di Malin Head dove la locale stazione meteorologica ha archiviato un picco di ben 144 km/h. Folate sui 120-130 km/h si sono viste pure sulle isole posizionate fra il mare D’Irlanda e il Canale del Nord, fra Irlanda e l’ovest dell’Inghilterra. Ma se sulle coste si sono raggiunti e superati i 160-170 km/h, con picchi di ben 180 km/h, pensate cosa sarà successo sulle massime alture di Scozia e Inghilterra settentrionale, ad oltre i 1000 metri. Sulle Highlands scozzesi e sui monti Pennini, come ci aspettavamo, si sono segnate le raffiche più estreme che sono andate ben oltre i 200 km/h. Qui il vento medio sostenuto durante le bufere ha raggiunto velocità di circa i 150-160 km/h, con punte massime di ben 189 km/h da O-SO a Cairngorm. Il valore di Cairngorm è equiparabile a quello di un uragano di 3° categoria. Si fanno veramente impressionanti le cifre se andiamo a vedere i dati delle massime raffiche durante le 24 ore di giovedi 8 Dicembre. La raffica più violenta in assoluto è stata toccato, non per caso, proprio a Cairngorm dove è stato archiviato un picco estremo assoluto di 265 km/h, un valore stupefacente, pur trovandoci a 1245 metri di altezza.
Bisogna però tenere presente che la stazione meteorologica di Cairngorm, posta ad oltre 1245 metri di altezza all’interno dell’omonimo parco naturale sui monti Grampian, nel nord-est della Scozia, è posizionata in un punto tale da essere esposta in modo diretto alla furia del flusso perturbato atlantico nella bassa troposfera (alla quota di 850 hpa). Spesso qui il vento medio sostenuto può agevolmente superare i 100 km/h, con raffiche ad oltre 140-150 km/h. La stazione di Cairngorm, con i 265 km/h lambiti lo scorso giovedi 8 Dicembre, si è avvicinata al record assoluto della raffica più forte mai registrata, con i 278 km/hrisalenti al 20 Marzo del 1986. Molto importanti sono pure i 220 km/h di massima raffica segnati a Aonach Mor, i 184 km/h di Cairnwell e i 172 km/hdi Great Dun Fell. Dati considerevoli malgrado la quota e l’esposizione alle correnti oceaniche. Oltre alle furibonde tempeste l’afflusso di masse d’aria sempre più fredde da N-NO (aria artico marittima), man mano che la profonda depressione-uragano procedeva verso est, in direzione del mar del Nord, ha dato la stura a nevicate, a tratti intense, che hanno ammantato di bianco tutti i rilievi di Scozia e nord Inghilterra, fin dai 300-400 metri di altezza, con fiocchi bagnati spinti dal fortissimo vento sino alla costa. Da segnalare pure il drastico crollo della pressione barometrica in varie località e isole scozzesi con l’avvicinamento del profondo ciclone extratropicale. A Kirkwall il barometro, con l’avvicinamento del minimo al suolo, è sceso sotto i 958 hpa dalle 14:50 alle 17:20 (ora locale). Pressione sotto i 958 hpa anche a Sella Ness, ma per pochissime ore, prima di una successiva rapida risalita nelle ore successive.
Furiose mareggiate hanno colpito le Ebridi e le coste occidentali di Irlanda e Scozia con ondate alte più di 9-10 metri
I venti di uragano che hanno premuto Scozia e nord Inghilterra hanno anche provocato grosse mareggiate che si sono abbattute con grande impeto lungo le coste occidentali delle isole Ebridi, della Scozia e del nord dell’Irlanda, con gigantesche ondate che hanno superato anche i 9-10 metri di altezza. Sulle Ebridi i grandi frangenti spinti dai fortissimi venti occidentali hanno superato la scogliera, abbattendosi in vicinanza dei villaggi dei pescatori, in punti abbastanza ridossati. I marosi in arrivo dall’Atlantico avrebbero causato vari danni anche ad approdi e porti lungo le coste della Scozia occidentale. La navigazione è stata interrota anche per le navi di medie e grandi dimensioni. In serata, con lo spostamento della profonda depressione-uragano verso est, anche il mar del Nord si è reso grosso o molto grosso, con ondate alte più di 6-7 metri distese lungo la direzione del vento prevalente, che si sono poi spostate verso le coste occidentali danesi, dove si sono attivati forti mareggiate, e lo Skagerrak (Canale fra nord Danimarca e sud Norvegia), con disagi alla navigazione marittima fra Baltico, mar del Nord e Atlantico.