Nel solo 2010 ammontano a 457 i milioni di euro di appalti sulla protezione dal dissesto idrogeologico e settori vicini, secondo alcuni dati dell’Autorita’ di vigilanza dei contratti pubblici citati dagli esperti ambientali. Il 9% delle imprese italiane sono abilitate a lavorare per la difesa del suolo, il 3,7% di tutti gli appalti pubblici dello scorso anno hanno riguardato queste aziende. Sul fronte dei dati sulla fragilita’ dell’Italia, dal registro dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) emerge che in tutto i comuni a rischio in Italia sono 5.708 su 8.101 (70,5%), di cui 2.940 con pericolosita’ molto elevata 2.940 (36%). Le frane complessivamente censite sono oltre 486.000 per un’area di 20.700 chilometri quadrati, pari a circa il 7% del territorio nazionale. Oltre 1.800 i punti critici segnalati lungo la penisola nel tracciato ferroviario e piu’ di 700 in quello autostradale. Con Calabria, Liguria e Abruzzo tra le regioni piu’ esposte. In media, tra danni e opere di ripristino, solo in Italia si spende circa un miliardo di euro all’anno. Dai numeri contenuti dall’archivio storico degli eventi calamitosi redatto dall’Istituto di ricerca e protezione idrogeologica (Irpi) del Cnr, in 50 anni sono state 4.122 le vittime di eventi calamitosi (715 per le alluvioni e 3.407 per le frane).
Solo nel 2010 ben 457 milioni di euro spesi per contrastare il dissesto idrogeologico
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