Arrivano dall’isola di Aldabra, nelle Seychelles, ognuna con una storia diversa: chi e’ sfuggita grazie al Corpo forestale alle mani della criminalita’, chi ha ancora i segni sul guscio di un piccone conficcato da un vandalo e chi nonostante una malattia e’ riuscita comunque a crescere e a superare i 150 chilogrammi di peso. Sono le tre tartarughe giganti del Bioparco di Roma che da oggi avranno una loro area dedicata all’interno del Giardino degli Ibis del Rettilario, come spiega Davide Muscillo dell’Ansa.
Ad inaugurare la nuova struttura di circa 80 metri quadrati, in occasione della chiusura dell’anno del Cententario del Giardino Zoologico della Capitale, sono stati stamani il sindaco di Roma Gianni Alemanno, l’assessore capitolino all’ Ambiente Marco Visconti e il presidente del Bioparco Paolo Giuntarelli.
”Il Bioparco e’ la mostra piu’ visitata di Roma – ha commentato il primo cittadino – un punto di riferimento imporantissimo per tutte le famiglie e per tutti i romani. Per questo deve essere sempre piu’ sviluppato nella logica dei moderni bioparchi e nel rispetto della dignita’ degli animali. Devono servire come grande strumento didattico-scientifico per far conoscere ai bambini i diversi aspetti della natura”.
Massima attenzione e cura per le tartarughe ‘piu’ grandi del mondo’ che possono arrivare a pesare circa 250 kg e a superare i cento anni di vita: all’interno dell’area e’ stato ricostruito il microclima tropicale grazie ad una centrale termina ad aria calda e punti di calore con lampade ad infrarossi.
Inoltre una speciale porta basculante permettera’ alle testuggini di Aldabra di entrare e uscire a loro piacimento nel giardino, dove finora hanno passato le loro estati capitoline in compagnia degli Ibis. Utilizzate nei secoli scorsi sui velieri come riserva di carne fresca (poiche’ riuscivano a sopravvivere per lunghi periodi a digiuno venivano, infatti, accatastate nelle stive e poi uccise pian piano dall’equipaggio che ne mangiava le carni durante le lunghe traversate oceaniche) le tartarughe delle Seychelles furono vicine all’estinzione. Pericolo che corrono tutt’ora nonostante il loro commercio sia regolamentato dalla Cites.