Alla ricerca di segnali radio provenienti da altri mondi

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Credit: Kepler / SETI / UC-Berkeley

Negli ultimi tempi vari blog hanno messo in evidenza una scoperta che avrebbe rivoluzionato le nostre conoscenze, ossia di segnali provenienti da altri mondi e captati dal SETI, prodotti da eventuali popolazioni extraterrestri evolute. Ma le cose non stanno così, e proviamo a capirne le motivazioni. Fino a poco tempo addietro, gli astronomi alla ricerca di segnali provenienti da forme di vita intelligenti hanno dovuto scansionare il cielo semplicemente a caso. Negli ultimi tempi però le cose stanno cambiando, dal momento che sono stati scoperti esopianeti in grado di dare dei punti di riferimento a queste ricerche. Da quando il primo pianeta oltre il nostro sistema solare fu scoperto nel 1996, gli astronomi ne hanno scoperti oltre 700, orbitanti intorno alle rispettive stelle. Tra i leader mondiali di questa ricerca vi è il telescopio spaziale Keplero della NASA, che ha scoperto ben 2326 candidati esopianeti dal Marzo del 2009, i quali si spera che possano essere tutti confermati dalle osservazioni terrestri dei prossimi anni. Ora gli scienziati coinvolti nella ricerca di intelligenze extraterrestri (SETI) hanno analizzato i primi dati provenienti dalle osservazioni radio del telescopio. I ricercatori sono alla ricerca di segnali radio che non siano suscettibili di essere causati da fenomeni naturali e, quindi, che potrebbero rappresentare un messaggio extraterrestre. Esistono infatti vari oggetti naturali come i buchi neri, le esplosioni stellari e tanti altri, capaci di rilasciare onde radio attraverso una più ampia gamma di frequenze. Nel Febbraio dello scorso anno, alcuni segnali molto sospetti sono stati captati dalle antenne dei radiotelescopi, ma sono senza dubbio esempi di interferenze terrestri causati da segnali radio trasmessi qui sulla Terra, come hanno scritto gli stessi ricercatori in una nota. La Nasa in un comunicato spiega che esiste una possibilità rilevante che il segnale provenga da una modulazione insolita tra un satellite GPS e una sorgente non identificata sulla Terra. Lo studio è stato condotto dalla University of  California, di Berkeley, e coinvolge scienziati del SETI Institute di Mountain View, in California, e il National Radio Astronomy Observatory a Charlottesville, in Virginia. I ricercatori sostengono che i segnali provenissero da fonti di produzione locale, in quanto lo stesso segnale sembrava arrivare da due pianeti alieni differenti. Ovviamente se uno stesso segnale risulta provenire da più posizioni nel cielo, è molto probabile che possa trattarsi di un’interferenza. Quantomeno è più probabile rispetto ad aventuali alieni con stessa tecnologìa dislocati in più punti dell’universo. I segnali provengono dalle osservazioni di due pianeti alieni, chiamati KOI-817 e KOI-812. “Nonostante questi segnali siano da imputare ad interferenze, il rilevamento di eventi con caratteristiche simili a quello che ci aspettiamo da ET, è una buona indicazione per capire che i primi passi dei nostri algoritmi di rilevamento funzionano correttamente,” hanno scritto gli scienziati. Nonostante l’affascinante teoria, ancora una volta la realtà ci indica le difficoltà estreme di comunicazione con eventuali popolazioni aliene del cosmo. Le distanze dell’universo, oltre alla sua vastità, pongono degli ostacoli insormontabili per un’eventuale comunicazione, anche se probabili segnali radio di sola andata potrebbero giungerci in qualsiasi momento. Non resta che attendere e non smettere mai di provare.

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