Che la nostra galassia fosse un’enorme spirale si è scoperto soltanto 80 anni fa. Questo infatti non è evidente quando si guarda la luce delle stelle nel cielo, in quanto la si osserva dall’interno. Negli ultimi decenni però gli astronomi hanno sospettato che il centro della nostra galassia abbia una struttura allungata, nascosta da polevere e gas. Molte galassie a spirale nell’universo sono note per esibire una tale barra attraverso il rigonfiamento centrale, mentre le altre galassie a spirale sono spirali semplici. Perché quindi alcune mostrano questa caratteristica? In un recente articolo il Dr. Andrea Kunder, del Cerro Tololo Inter-American Observatory (CTIO) nel nord del Cile, e un team di colleghi, hanno presentato dati che dimostrano come questa barra nella Via Lattea sia in rotazione. Come parte del più ampio studio denominato BRAVA, una squadra assemblata dal Dr. R. Michael Rich della UCLA, ha misurato la velocità di un ampio campione di stelle rosse verso il centro galattico. E’stato possibile osservando gli spettri di queste stelle, chiamate giganti M, che consentono di determinare la velocità della stella lungo la nostra linea di vista. In un periodo di 4 anni quasi 10.000 spettri sono stati acquisiti con il telescopio Blanco CTIO da 4 metri, che si trova nel deserto cileno di Atacama, provocando il più grande campione omogeneo di velocità radiali con le quali studiare il nucleo della Via Lattea. Analizzando i movimenti stellari vi è conferma che il rigonfiamento al centro della nostra galassia sembra consistere da una estremità appuntita quasi in direzione del Sole, che è in rotazione come un oggetto solido. Anche se la nostra galassia ruota in modo molto simile ad una girandola, con le stelle tra le braccia della galassia che orbitano attorno al centro, lo studio BRAVA ha scoperto che la rotazione della barra interna è di forma cilindrica, come un porta rotolo di carta igienica. Questo risultato è un grande passo in avanti per spiegare la formazione della regione complicata centrale della Via Lattea.
Il set completo di 10.000 spettri è stato confrontato con una simulazione al computer di come la barra si sia formata da un pre-esistente disco di stelle. Il Dr. Shen Juntai dell’Osservatorio di Shanghai ha sviluppato il modello al quale i dati si adattano molto bene, e grazie al quale si è suggerita la presenza un disco di stelle massicce precedenti. Questo è in contrasto con il quadro standard che ci dice che la regione centrale della nostra galassia è nata dalla fusione caotica di nubi di gas, ai primi tempi della storia dell’Universo. L’implicazione è che il gas abbia avuto un ruolo, ma sembra essere in gran parte organizzato in un disco rotante di massa, che poi si trasformò in una barra a causa delle interazioni gravitazionali delle stelle. Gli spettri stellari hanno anche consentito alla squadra di analizzare la composizione chimica delle stelle. La squadra BRAVA ha inoltre scoperto che le stelle più vicine al piano della Galassia hanno un rapporto più basso di metalli rispetto a stelle più distanti. I componenti del team sostengono che in futuro sarà possibile misurare movimenti più precisi di queste stelle in modo che possano determinare il moto vero nello spazio, non solo il movimento lungo la nostra linea di vista.