La realtà, però, è ben diversa e non tutti gli appassionati sono esperti, perchè pur amando la meteorologia non hanno avuto modo di compiere studi approfonditi su questa materia, sul funzionamento dei modelli, sulle elaborazioni dei dati, sui meccanismi dei centri di calcolo. Lo dimostra il fatto che moltissimi appassionati vivono le loro giornate in funzione dei vari “runs” modellistici, stanno lì ogni 6 ore su wetterzentrale, westwind o altre pagine web a spulgiare ogni singolo run di ogni singola mappa, spesso e volentieri privandosi di uscire da casa, rinviando appuntamenti, richiarandosi impegnati nell’attesa che arrivi una mappa che, anche a lunghissimo termine (quando l’affidabilità, lo sanno tutti, non è certo altissima) dipinga scenari indirizzati alla neve, al freddo e al maltempo. Quest’aspetto degli appassionati denota, da una parte, senza ombra di dubbio grandissima passione e grande attenzione a quello che succede ma, al tempo stesso, evidenzia un grande rischio, e cioè quello che una passione diventi ossessione in modo del tutto inutile.
Sicuramente in quest’inverno stiamo assistendo a una situazione meteo anomala e gli errori di inizializzazione dei dataset hanno più volte compromesso le previsioni del tempo, anche a breve termine. Dopotutto non tutto il male viene per nuocere. L’imprevedibilità della meteorologia è alla base del suo fascino e della sua bellezza. Con il passare degli anni, l’affidabilità dei modelli aumenta sempre di più e così sarà nei secoli dei secoli, ma nessuno riuscirà mai a sostituire la figura del meteorologo, colui che è in grado di interpretare nel modo migliore le mappe meteo forte di conoscenza ed esperienza, e colui dal quale sarebbe bene si affidassero maggiormente gli appassionati, rispetto a star lì ogni sei ore a spulciare ossessivamente mappe con poco senso.
Errori e inaffidabilità dei modelli meteo: perchè tutto il male non viene per nuocere…
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