All’isola del Giglio la ”variabilita’ delle correnti e’ molto alta”. Ed e’ per questo che le ipotesi su dove si dirigeranno gli idrocarburi in caso di sversamento dalla nave naufragata Costa Concordia, devono esser fatte quotidianamente. A dirlo e’ Roberto Sorgente, dell’Istituto per l’ambiente marino costiero (Iamc) del Cnr, secondo cui, sulla base degli scenari attuali, gli idrocarburi andrebbero verso nord nel caso si disperdessero in mare. Dal 17 gennaio l’Iamc sta producendo giornalmente scenari di simulazione numerica dell’ipotetico sversamento di idrocarburo dalla nave Costa Concordia, nell’ambito delle attivita’ del gruppo di Oceanografia di Oristano (all’interno del gruppo nazionale di Ocenaografia operativa). Il sistema, in collaborazione con il comando generale delle capitanerie di porto e con il Reparto ambiente marino (Ram) del ministero dell’Ambiente, offre supporto nel prendere decisioni corrette unendo le osservazioni ”in situ alle condizioni previste nella simulazione”.
Il bollettino, relativo agli scenari di inquinamento, viene inviato quotidianamente al Ram oltre che al comando generale delle capitanerie di porto e alla direzione marittima di Olbia. Per quanto riguarda la specifica situazione all’isola del Giglio, l’esperto afferma che ”ogni giorno cambia lo scenario. La variabilita’ in quell’area e’ molto molto alta. Dobbiamo rifare quotidianamente” la simulazione. Purtroppo, prosegue Sorgente guardando al fine settimana, ”le condizioni stanno cambiando molto velocemente: verso sabato e domenica e’ previsto un peggioramento del tempo. Ad oggi, in caso di sversamento, l’idrocarburo andrebbe verso nord”. Le simulazioni del modello fanno previsioni che arrivano fino a 72 ore, ma – osserva il ricercatore del Cnr – in questo caso ”vengono ripetute ogni giorno. Facciamo una previsione numerica, poi inseriamo il tipo di idrocarburo”. Gli idrocarburi, spiega poi Sorgente, sono ”mossi per il 97% da correnti marine e soltanto per il 3% dal vento”. Inoltre ”c’e’ differenza” a seconda del tipo di combustibile: per esempio ”le 2.400 tonnellate di l’olio pesante, contenute nei serbatoi della nave naufragata, hanno poi anche un tempo di decadimento, prima l’evaporazione per poi affondare”. Di questo combustibile, 200 tonnellate piu’ simili al gasolio (usato prevalentemente per le manovre) sono ”meno dense” con la tendenza ”a vivere di piu’ e ad esser trasportate piu’ facilmente, e probabilmente piu’ lontano”. Mentre la parte piu’ consistente di combustibile potrebbe far pensare a una ”melassa” per consistenza. In ogni caso, conclude Sorgente, ”dipende anche dal tipo di fuoriuscita”.