Incidente Costa Concordia, “inchino” forse per il capo maitre gigliese Antonello Tievoli?

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La Costa Concordia ha navigato sotto costa, davanti all’ isola del Giglio per fare un omaggio al capo maitre gigliese Antonello Tievoli: l’ ”inchino”, il saluto con le sirene, era per l’isola, per il capo dei camerieri e per i suoi anziani genitori. Lo sostengono Il Corriere della Sera e Il Tirreno. Il maitre e’ Antonello Tievoli, vive a Rosignano (Livorno), ha 46 anni e da cinque anni e’ a bordo delle navi Costa. Secondo Il Corriere della Sera, il comandante Francesco Schettino lo avrebbe chiamato sul ponte di comando. ”Antonello vieni a vedere che stiamo sopra al tuo Giglio”, gli avrebbero detto. Il maitre, dopo il naufragio, ai compaesani avrebbe detto: ”Mai avrei immaginato di sbarcare a casa mia”. Secondo quanto riporta Il Tirreno, Tievoli nel pomeriggio di venerdi’ 13, il giorno del naufragio, avrebbe chiamato gli anziani genitori dicendo loro: ”Passeremo verso le 9,30, affacciatevi. I genitori vivono nell’ovest dell’isola, nella zona del Saraceno. ”Chiama i tuoi – avrebbe detto Schettino, secondo quanto riporta Il Tirreno – avvisa che tra poco ci avviciniamo”. Il cognato di Tievoli, Alvaro Andolfi, gigliese, e’ sull’isola, nota la manovra, e dopo il naufragio dira’: ”Troppa sicurezza da parte del comandante”. Sembrerebbe escluso, invece, che l’inchino fosse destinato al comandante in pensione, Mario Palombo, che vive a Grosseto e solo nei mesi estive si trasferisce al Giglio.

”Non accetto di essere tirato in ballo in questa storia, anche indirettamente, perche’ non ha proprio senso”: cosi’ l’ex comandante Mario Palombo, intervistato dal Secolo XIX, risponde circa l’ipotesi, avanzata da alcuni giornali, che l’ ‘inchino’ della Costa Cordia all’isola del Giglio fosse per lui. , Savonese di nascita e gigliese di origine, Palombo e’ unanimemente riconosciuto come un grande comandante. Per questo passando davanti al Giglio il comandante Francesco Schettino avrebbe voluto rendergli omaggio con ‘l’inchino’ della Concordia. Palombo ha confermato al Secolo XIX che la navigazione costiera ravvicinata e’ una consuetudine per molte navi da crociera. Ma ha respinto ogni illazione circa un suo coinvolgimento nella vicenda. ”E’ vero, ho compiuto in alcune occasioni avvicinamenti alla costa. Ma sempre avvisando la Capitaneria, sebbene non fosse obbligatorio, e in massima sicurezza. Non accetto di essere tirato in ballo in questa storia”. ”Non navigo piu’ dal 2006 – ha aggiunto -. Comandavo la Costa Fortuna, gemella della Concordia”. ”Non riesco a capire cosa sia accaduto davvero. E mi pare strano che quel passaggio vicino al porto non fosse stato riferito alla Guardia Costiera”.

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