L’hanno chiamata la ”mamma di Haiti”. Era a Port-au-Prince il giorno del terribile sisma e a poche ore dalla scossa e’ stata la prima italiana a comunicare con l’Italia, via skype, il dramma che stava vivendo quella popolazione. Fiammetta Cappellini, operatrice della Fondazione Avsi, racconto’ quelle prime ore di dolore e disorientamento; oggi ricorda: ”Cio’ che abbiamo visto per le strade era spaventoso. C’erano bambini soli in cerca dei genitori. Cumuli di cadavere lungo le vie. Abbiamo cercato di portare aiuto come potevamo per trasportare i feriti. Dalle macerie si sentivano le grida di aiuto”. Dopo due anni, Fiammetta e’ ancora nell’isola caraibica; del resto ci vive dal 2001 e guida i progetti della sua organizzazione che si occupa di bambini. Dopo la catastrofe, la sua equipe ha gia’ avviato la costruzione di 16 strutture (fra le quali 9 scuole e 5 centri nutrizionali); 40 mila le persone che hanno ricevuto aiuti nei programmi d’emergenza post-terremoto. La nuova grande sfida di Fiammetta e’ ora un centro educativo a Martissant, un quartiere formato da baracche che dal mare si arrampicano sulle colline. Qui Avsi, ristrutturando un edificio con un ampio terreno, vuole creare un punto di riferimento per i giovani, un luogo accogliente nel quale realizzare attivita’ di dopo-scuola, laboratori di artigianato, formazione per insegnanti e genitori. Attivita’ dedicate soprattutto ai 400 bambini aiutati attraverso il sostegno a distanza di Avsi. ”Ce lo avevano chiesto i genitori – dice Fiammetta – all’indomani della prima urgenza: un posto dove i bambini potessero crescere sereni e i genitori ricominciare a scoprire l’importanza e la bellezza di occuparsi di loro, perchè la società haitiana da sempre è costruita sulla famiglia e se i legami forti che la costituiscono vengono a mancare, se si sfalda il nocciolo duro della società, ogni ricostruzione perde di senso, sono solo edifici vuoti. E invece gli edifici di Avsi oggi sono pieni”.