Le coordinate epicentrali, come spiega l’Ingv nella sua relazione, sono 44.48°N, 10.03°E e la profondità è stata stimata pari a circa 60 km. Nelle mappe si mostra la localizzazione geografica dell’evento sismico. Al momento della presente relazione (27/1 ore 20) sono state localizzate tre repliche, di magnitudo locale (Richter) di 2.7, 3.2 e 2.0.
Le figure mostrano le mappe dello scuotimento previsto del suolo, calcolate a partire dai dati delle reti sismiche e accelerometriche dell’INGV. Sono rappresentati i valori di Intensità macrosismica stimata MMI (Modified Mercalli Intensity, figura 2) e quelli di PGA (Peak Ground Acceleration), espressa in percentuale dell’accelerazione di gravità (figura 3). Il risentimento, pari al IV grado MMI, interessa la provincia di Parma e alcuni comuni delle province adiacenti. Le accelerazioni misurate alle stazioni della Rete Sismica Nazionale hanno raggiunto il valore massimo di 2.5 (in % dell’accelerazione di gravità, ossia 0.02 g) alla stazione più vicina all’epicentro, mentre si stima una accelerazione circa uguale a 2 (in percentuale di g) nella zona epicentrale.
Tramite il questionario on line “Hai sentito il terremoto?” è stata ricostruita una prima mappa dei risentimenti macrosismici prodotti dal terremoto che confermano un ampio risentimento del terremoto in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, come dedotto dalle mappe di scuotimento.
Si ricorda che queste mappe sono ottenute dalla compilazione diretta sul web dei questionari macrosismici, senza verifiche puntuali e in sito (che sono in corso).
L’area prossima all’epicentro (entro 20 km) del terremoto odierno nei precedenti tre mesi non è stata interessata da sismicità.
Si osserva invece, che il terremoto di oggi segue una serie di terremoti con magnitudo maggiore di 4.0 che dal Luglio del 2011 sta interessando la Pianura Padana (vedi figura 6), incluso il M 4.9 del 25 Gennaio avvenuto in provincia di Reggio Emilia e il 4.3 del 27 Luglio fortemente risentito a Torino.
Informazioni storiche derivano dal catalogo storico denominato CPTI11. Queste ci indicano che le magnitudo dei terremoti che hanno interessato nel passato l’area in oggetto possono raggiungere valori dell’ordine di M = 6. L’area in oggetto è stata colpita da pochi terremoti di magnitudo superiore a 5. I terremoti più rilevanti sono avvenuti nel 1834 tra la Valle del Taro e la Lunigiana, e nel 1940, in prossimità dell’epicentro odierno. Terremoti di magnitudo inferiore sono avvenuti nel 1481 in Garfagnana (Magnitudo 5.6), nel 1873 e nel 1898 nella Valle del Parma (entrambi di Magnitudo 5.4). Circa 40 km a sudest dell’evento odierno, va ricordato il terremoto del 1920 in Garfagnana meridionale, di magnitudo intorno a 6.5.
Il terremoto nel contesto della pericolosità sismica nazionale
Tutte le conoscenze scientifiche al momento disponibili sono riassunte nella Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale (GdL MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM del 28 aprile 2005, n. 3519, All. 1b) dalla quale si rileva che l’area in oggetto è a pericolosità media.
Considerazioni
Questi terremoti ci ricordano che l’Italia è un paese sismico e che dobbiamo convivere con questi fenomeni naturali. La prevenzione deve essere perseguita costantemente indipendentemente dall’occorrenza di terremoti di piccola o moderata magnitudo, come quelli che stanno interessando in questi giorni la Pianura Padana.