L’ondata di gelo dell’inverno 1956

La storica ondata di gelo dell'inverno 1956: dati, dettagli e curiosità su evento meteorologico eccezionale
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La nevicata dell’inverno del 1956 fu determinata da un insieme di elementi che crearono una situazione meteorologica difficilmente ripetibile, in quanto la coincidenza di così tanti fattori, tutti responsabili del raffreddamento dell’aria nei bassi strati dell’atmosfera, è molto rara.

Inverno 1956, le cause dell’ondata di freddo e gelo

L’elemento base del fenomeno fu la discesa di una vasta massa di aria gelida dal Circolo Polare Artico, attraverso la Scandinavia, a tutta l’area dell’Europa settentrionale, che si verificò a fine gennaio. Questo evento in Italia non dette alcun fenomeno, tuttavia determinò un forte raffreddamento del suolo sull’Europa centro orientale, con conseguente formazione di una vasta area di alta pressione, dovuta al fatto che l’aria fredda è più pesante dell’aria calda. Contemporaneamente sul Mediterraneo si formò una vasta depressione, continuamente alimentata da aria artica proveniente dalla Siberia, attraverso il nocciolo freddo europeo, la qual cosa dava origine ad una intensa nuvolosità che, sul nostro territorio, si trasformava in continue nevicate.

L’ondata di freddo e la nevicata del 1956 in Italia

In Italia i primi effetti dell’ondata fredda si manifestarono il primo febbraio. A Trieste la bora cominciò a soffiare con raffiche di vento fino a 130 km/h, portando la temperatura a -8°C, contemporaneamente a Milano cominciò a nevicare mentre bufere di neve imperversarono sul Lago Maggiore e nelle vallate attigue. A Venezia il termometro scese fino a circa -6°C, con raffiche di bora che raggiunsero 98 km/h. A Bologna ci fu una intensa nevicata che ricoprì la città con uno strato di circa 20 cm. Nelle vallate il nevischio, gelandosi al suolo, aveva trasformato lfe strade in piste ghiacciate, mentre i corsi d’acqua erano gelati oltre gli 800 metri di altezza. Il giorno 2 nevicava su tutta l’Italia del Nord, mentre le temperature si abbassarono ulteriormente restando spesso sotto lo zero anche in pieno giorno. Al Brennero il termometro segnò -26°C, a Trieste -9,2°C.

Tale fenomeno ebbe anche una durata molto significativa. I primi fiocchi di neve, sulle regioni centrali ed a bassa quota, caddero infatti il 2 febbraio e le nevicate si succedettero a più riprese per tutto il mese. All’inizio di marzo si ebbe una temporanea interruzione, ma verso il 10 del mese si ebbe una ripresa che durò per quasi una settimana. A Roma la neve cadde il giorno 2 e, soprattutto, il giorno 9, quando il suolo fu coperto da uno strato di circa 10 cm. Il giorno 11 ci fu una nuova ed abbondante nevicata che, in città, portò lo strato nevoso a circa 20 cm. Un’abbondante nevicata cadde pure ad Ostia, mentre sono state oltre mille le persone ricorse alle cure ospedaliere per lesioni e fratture dovute alle cadute. Molte automobili rimasero bloccate in varie strade della città. Nel resto del mese nevicò ancora nei giorni 17 e 18, ma le temperature rimasero basse per cui lo strato di neve, dove non era stato spalato manualmente, era rimasto intatto. A fine mese sembrava che tutto fosse finito, ma nei giorni 11 e 12 marzo ci furono nuove nevicate, che imbiancarono nuovamente la città con uno strato di un paio di centimetri. Dal giorno 9 anche Bari fu sotto una coltre bianca di pochi cm, un fatto del tutto eccezionale per la città.

A Palermo nevicò il 7 e l’8 febbraio, anche se la temperatura non scese mai sotto lo zero, ma restò tra 0,2°C e qualche grado per l’intera giornata. Le cronache dell’epoca, raccontano che la neve cominciò a cadere il tardo pomeriggio del 7 febbraio rivestendo ben presto tutta la città. Le foto scattate in quei due giorni ci mostrano una città completamente imbiancata. Intense nevicate interessarono anche le coste meridionali della Sicilia e la stessa isola di Lampedusa.

In quei giorni si toccarono temperature eccezionalmente rigide, ne citiamo solo alcune a titolo di esempio: Plateau Rosà 11 febbraio -34,0°C; San Valentino alla Muta (Passo Resia) 11 febbraio -28,2°C; Torino Caselle 12 febbraio -21,8°C; Bergamo 15 febbraio -20,1°C; Vicenza 15 febbraio -18,6°C; Verona 15 febbraio -18,4°C; Milano-Malpensa 13 febbraio -17,8°C.

La nevicata del 1956 a Napoli

La nevicata del 1956 a Napoli fu un evento meteorologico eccezionale, che colpì la città e la sua provincia il 7 febbraio di quell’anno. La neve iniziò a cadere intorno alle 6 del mattino, e continuò per circa 3 ore. I fiocchi erano grandi e fitti, e la temperatura era intorno allo zero. La neve cadde su tutta la città, dalle zone costiere fino alle colline. In pieno centro, come a piazza del Plebiscito, si accumularono fino a 5-10 cm di neve. Nelle zone collinari, invece, la neve raggiunse i 20 cm di accumulo.

La nevicata causò notevoli disagi alla circolazione e ai trasporti pubblici. Il traffico cittadino fu completamente bloccato, e i mezzi pubblici furono costretti a fermarsi. L’aeroporto di Napoli-Capodichino fu chiuso per diverse ore. Nonostante i disagi, la nevicata fu un evento che fu vissuto con grande entusiasmo dalla popolazione napoletana. Molti cittadini uscirono in strada per giocare con la neve e scattare foto.

La nevicata del 1956 è ancora oggi ricordata come uno degli eventi meteorologici più importanti della storia di Napoli. Fu un evento che ha lasciato un segno indelebile nella memoria dei cittadini, e che è stato raccontato e rievocato in numerose opere d’arte e di letteratura.

Una durata eccezionale

L’elemento caratteristico che ha fatto di quell’anno uno dei più freddi dai tempi in cui si hanno osservazioni meteorologiche regolari, è stato proprio la durata. Per fare un esempio, nel 1985 le temperature minime sono state più basse in molte località italiane, tuttavia la durata dell’irruzione fredda è stata inferiore a due settimane, per cui, nel suo complesso, l’anno 1985 risulta più caldo del 1956.

Questo evento suscitò tante emozioni nella mente di tutti gli italiani da essere ricordato nella canzone “La nevicata del ’56” di Franco Califano, interpretata da Mia Martini al Festival di Sanremo 1990 dove vinse il Premio della Critica. In essa si cantava, con una sensazione di meraviglia e di nostalgia per i tempi passati: “La nevicata del ’56, Roma era tutta candida, Tutta pulita e lucida”.
Altre notizie al riguardo si possono trovare sul blog http://alfiogiuffrida.blogspot.com/

La nevicata di maggio 1956

In Italia ha nevicato anche nel maggio 1956. I fiocchi sono caduti in modo significativo in molte regioni, anche in quelle che non sono normalmente interessate da fenomeni nevosi in questo periodo dell’anno. Le zone più colpite furono le regioni settentrionali, in particolare il Trentino-Alto Adige, la Lombardia, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. In queste regioni, la neve cadde in modo copioso, con accumuli che in alcuni casi raggiunsero i 20 cm.

La nevicata causò notevoli disagi alla circolazione e ai trasporti pubblici. In molte località, le strade furono bloccate dalla neve e i mezzi pubblici furono costretti a fermarsi. L’aeroporto di Venezia-Tessera fu chiuso per diverse ore.

E’ importante sottolineare però che la nevicata di maggio 1956 non è stata un evento uniforme in tutto il Paese. In alcune località, i fiocchi di neve sono caduti in modo molto significativo, mentre in altre è stata solo un episodio sporadico. Inoltre, la nevicata non ha interessato tutte le regioni dell’Italia allo stesso modo. Le zone più colpite sono state quelle settentrionali, mentre le zone meridionali hanno ricevuto solo una piccola quantità di neve.

E’ importante specificare che quanto avvenuto nel maggio del 1956 (fino a 20 cm in alcune località, con disagi alla circolazione e ai trasporti pubblici) è stato un evento meteorologico eccezionale, che non si è verificato in precedenza e non si è verificato più da allora.

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