Finora il tempo è stato fin troppo clemente nell’agevolare il proseguo dei soccorsi, pur fra numerose difficoltà. Purtroppo già da domani le condizioni meteo/marine andranno gradualmente a mutare a causa dell‘arrivo di moderati venti di Libeccio che dalle Bocche di Bonifacio si proietteranno in direzione dell’arcipelago Toscano, favorendo un graduale incremento del moto ondoso, già dalla tarda mattinata e dal primo pomeriggio di domani. Il mare davanti l’isola del Giglio da poco mosso (forza 2) rischia di divenire mosso (forza 3) già entro il tardo pomeriggio di domani, agevolando un po’ di risacca (quel che basta per fare spostare il relitto ormai semisommerso) nel tratto di mare in cui si trova adagiata la Costa Concordia. Bisogna però precisare che la nave si trova arenata davanti la costa orientale dell’isola del Giglio, poco a nord del porto, quindi in un punto particolarmente esposto ai venti di Tramontana, Grecale e Levante che nella stagione invernale spazzano con forza tutto l’arcipelago Toscano, determinando una tesa risacca che crea qualche difficoltà alla navigazione marittima in presenza di forte burrasca. In caso di una mareggiata dai quadranti settentrionali, o da Tramontana o Grecale, il rischio di un disastro ambientale si farà davvero elevato. Il punto, fortunatamente, è ridossato al mare da Libeccio (quello che assieme all’Ostro porta l’onda più consistente in tutto l’alto Tirreno) previsto per la giornata di domani. Ciò purtroppo non basterà per tenere al sicuro la Concordia.
Difatti, nel caso di una risacca leggermente più sostenuta, con un mare forza 3-4 da SO e onda media alta più di 1 metro, la particolare conformazione dell’isola, per effetto della “rifrazione” del moto ondoso attorno la scogliera, potrebbe far penetrare l’onda fin dentro le aree sottovento, determinando una risacca sufficiente per far spostare la nave da crociera di diversi centimetri, se non addirittura metri. Stando alle previsioni, dalla serata/notte di domani, il mare davanti l’isola del Giglio, con il progressivo rinforzo dei venti di Libeccio in uscita dalle Bocche di Bonifacio, potrebbe divenire addirittura molto mosso (forza 4), con un onda alta più di 1.5-1.8 metri e la propagazione di un moto ondoso sempre più lungo, da SO, che andrà a scadere solo nella giornata di venerdì, quando la sostenuta ventilazione, oltre i 40 km/h (raffiche ben più forti), ruoterà più verso O-SO e Ovest. Durante questa fase non si può escludere che la risacca generata dalla fluttuazione del moto ondoso attorno le coste meridionali dell’isola possa essere sufficiente per farla disancorare dai tre scogli su cui si è adagiata in questo momento, per sprofondare completamente verso fondali ancora più profondi, che secondo quanto riportato dai gigliesi, supererebbero i 70-80 metri, sopra una estesa lingua di sabbia. In tal caso qualsiasi operazione di recuperò delle vittime si rileverà vana. Non possiamo fare altro che affidarci alla buona sorte. Intanto secondo legambiente tutto l’arcipelago Toscano rischia un possibile disastro ambientale senza precedenti.
“La biodiversità, la fauna e la flora marina dell’area, al di là del possibile e gravissimo sversamento di olio combustibile, sono già duramente aggredite da tutte le sostanze tossiche e i materiali presenti nella nave e che stanno entrando a diretto contatto con il mare: le vernici, i solventi, gli oli lubrificanti, i detersivi, i reflui sanitari, i composti del cloro, e i metalli pesanti oltre alla putrefazione della grandissima quantità di derrate alimentari presenti in questa vera e propria città galleggiante, rappresentano infatti un agente inquinante di significative proporzioni” afferma Legambiente. ”Chiediamo – dichiara Sebastiano Venneri, responsabile per il mare di Legambiente – un intervento urgente e articolato della Commissione Europea a supporto delle istituzioni nazionali per questa emergenza internazionale al fine di scongiurare la catastrofe ambientale e limitarne il più possibile i danni e le conseguenze che sarebbero di enorme portata per l’ecosistema marino e costiero dell’arcipelago Toscano e della costa maremmana. È inoltre auspicabile un intervento concreto dell’International Maritime Organization per dare, come già annunciato dal Governo nazionale, un segnale chiaro ed esplicito che proprio a partire dal disastro della Concordia ponga le condizioni, nel nostro paese e a livello internazionale, per un controllo accurato e un’interdizione nelle aree sensibili (ad esempio isole minori, aree marine protette, la laguna di Venezia) delle rotte seguite dai grandi natanti da crociera e per i trasporti pericolosi”. “Una pagina così vergognosa della navigazione italiana – continua Venneri – che ha determinato la perdita di vite umane e minaccia ora una delle aree più delicate e pregevoli del nostro paese, si trasformi in una vera e propria occasione di svolta per la sicurezza e la tutela dell’ambiente. Si provveda alla realizzazione di una legislazione di nuovi strumenti normativi che, al di là della perizia e della professionalità dei comandanti dei natanti, stabiliscano regolamenti precisi di rotte e distanze nelle aree sensibili attuando una politica di forte prevenzione che eviti, a prescindere, disastri come quello del Giglio”.