Stiamo parlando moltissimo dei fenomeni di galaverna e neve chimica che in questi giorni , con numerosi articoli e reportage fotografici che testimoniano la spettacolarità di questi fenomeni stanno rendendo ancor più invernale l’atmosfera di una gelida pianura Padana. Si tratta, però, di fenomeni abbastanza insoliti e poco conosciuti, e allora abbiamo deciso di intervistare Vincenzo Levizzani, fisico delle nubi e del remote sensing dell’Istituto per le scienze atmosferiche e del clima del Cnr.
Innanzitutto abbiamo chiesto all’esperto cosa sono galaverna e neve chimica, e in cosa si differenziano:
“La galaverna – ci ha spiegato Levizzani – è ghiaccio che si deposita sotto forma di aghi o strutture comunque aghiformi su tutti gli oggetti esposti quando hai nebbia e la temperatura è sotto zero di qualche grado. La cosiddetta “neve chimica” è, invece, vera e propria neve sotto forma di cristalli singoli e/o aggregati che si formano in atmosfera libera. La faccenda singolare è che si verifica spesso in assenza di fronti freddi e nubi precipitanti. Si tratta, infatti, di nucleazione della fase ghiaccio in atmosfera in presenza di grossi quantitativi di umidità nei bassi strati, di temperature sensibilmente inferiori allo zero e di nuclei di ghiacciamento adatti. Questi sono i tre ingredienti principali“.
“I nuclei di ghiacciamento – ha aggiunto ancora Levizzani – debbono essere tali da permettere la nucleazione in fase ghiaccio e questo è possibile solo se l’aerosol ha una struttura cristallografica simile a quella del ghiaccio puro. Ecco perché la cosa è abbastanza inusuale in queste condizioni. Ed ecco anche perché gli scarichi industriali sono anche i sospettati numero uno. Gli aerosol di questo tipo fanno salire la temperatura di ghiacciamento dell’acqua in atmosfera dai –15 C dell’acqua pura (circa) a valori tra –7 e –5 C. Si capisce allora come la cosa sia possibile con le condizioni meteo di questi giorni. Il risultato sono vere e proprie nevicate, anche se non si tratta di neve che cade dalle nubi, ma che si forma nello strato limite planetario in assenza di nubi precipitanti“.
Per quanto riguarda la normalità o anomalia di questo tipo di fenomeni, Levizzani ci ha detto che “si tratta di fenomeni tutto sommato normali, viste le ragioni fisiche già spiegate. Quindi, nulla di stupefacente. Tuttavia, viste le condimeteo necessarie e l’inquinamento anch’esso necessario, sono fenomeni abbastanza poco frequenti, almeno in modo così eclatante come in questi giorni“.