Il riscaldamento globale non deve preoccupare, anche perchè forse non esiste. Non ci sono dati certi che possano giustificare alcuni allarmismi ancora oggi diffusi in tutti i Paesi del mondo. Lo pensano 16 esperti di vari Paesi che hanno firmato un documento redatto sul “The Wall Stretto Journal”, e nello specifico sono: Claude Allegre, ex direttore dell’Istituto per lo studio della Terra dell’ Università di Parigi, J. Scott Armstrong, co-fondatore del Journal of Forecasting e l’International Journal of Forecasting, Jan Breslow, direttore del Laboratorio di genetica biochimica e metabolismo della Rockefeller University, Roger Cohen, dell’American Physical Society, David Edward, membro della National Academy of Engineering e National Academy of Sciences, William Happer, professore di fisica dell’Università di Princeton, Michael Kelly, professore di tecnologia dell’University of Cambridge, William Kininmonth, ex capo della ricerca sul clima presso il Bureau of Meteorology australiano, Richard Lindzen, professore di scienze atmosferiche del MIT, James McGrath, professore di chimica alla Virginia Technical University, Rodney Nichols, ex presidente e CEO della New York Academy of Sciences; Burt Rutan, ingegnere aerospaziale, progettista di Voyager e di SpaceShipOne, Harrison H. Schmitt, astronauta dell’Apollo 17 e l’ex senatore degli Stati Uniti, Nir Shaviv, professore di astrofisica dell’Hebrew University di Gerusalemme, Henk Tennekes, ex direttore del Servizio Meteorologico Reale Olandese e l’Italiano Antonio Zichichi presidente della Federazione Mondiale degli Scienziati di Ginevra.
Nell’articolo, gli esperti spiegano che molti enti, istituzioni e società sono omologate su posizioni allarmistiche e catastrofiste per secondi fini e che negli ultimi dieci anni le temperature globali non sono aumentate. “I modelli al computer sono quelli che vedono il riscaldamento globale, ma i dati dicono altro“. Gli esperti spiegano che le conclusioni allarmanti e catastrofiste di molti non hanno alcuna prova incontrovertibile. Il testo integrale dell’articolo è consultabile qui.