Le nevicate incessanti cadute negli ultimi giorni in tutti i Balcani e il protrarsi dell’ondata di gelo eccezionale hanno messo in ginocchio in particolare Montenegro e Kosovo, dove le autorita’ hanno dichiarato lo stato di emergenza. La capitale montenegrina Podgorica e’ stata sommersa da una coltre di oltre 60 cm di neve, un livello mai raggiunto negli ultimi cinquant’anni, il traffico e’ completamente paralizzato, sono chiuse scuole, uffici, negozi. Le strade impraticabili per neve e ghiaccio hanno determinato il completo isolamento di oltre 60 mila persone in villaggi e localita’ montane, in pratica il 10% dell’intera popolazione del Montenegro. Anche il vicino Kosovo subisce le conseguenze del gelo e delle abbondanti nevicate, con intere regioni del paese sepolte dalla neve e rimaste del tutto isolate.
Una valanga abbattutasi nel fine settimana su un villaggio nel sud del Kosovo ha provocato la morte di dieci persone, tutti componenti di una stessa famiglia. Unico superstite della sciagura e’ stata una bambina di cinque anni, attualmente nell’ospedale di Prizren, dove le ha fatto visita il presidente del Kosovo, signora Atifete Jahjaga. Neve e gelo continuano a interessare anche gli altri paesi dei Balcani occidentali, in particolare Serbia e Bosnia-Erzegovina, dove migliaia di persone sono isolate. Pesante il bilancio di vittime dell’emergenza gelo, con 20 morti finora in Serbia, 12 in Bosnia-Erzegovina, 12 in Kosovo, 4 in Montenegro, 4 in Croazia, 3 in Albania, 2 in Macedonia. Si fa sempre piu’ critica la situazione con gli approvvigionamenti energetici, e in Serbia le autorita’ hanno invitato la popolazione a risparmiare elettricita’. Per la seconda settimana consecutiva le scuole resteranno chiuse in Serbia, dove il governo ha dichiarato giornata festiva il prossimo venerdi’, favorendo in tal modo un lungo ponte festivo che comincera’ con le festivita’ della Giornata della repubblica, mercoledi’ e giovedi’. Un modo per ridurre drasticamente l’attivita’ lavorativa e di conseguenza i consumi energetici.