Dopo aver ammantato di neve, fin dalle basse colline, l’Algeria settentrionale, il nucleo di aria fredda è penetrato nel cuore del Sahara algerino per sconfinare fino alla Tunisia e alla Libia, dove è arrivata la neve in zone non propriamente avvezze alle visite della “dama bianca”. Già domenica 5 Febbraio delle belle nevicate hanno imbiancato tutte le alture interne della Tunisia centro-settentrionale, dove molti paesi e piccoli villaggi sono rimasti coperti da un sottile manto di bianco, fra l’incredulità e lo stupore generale delle popolazioni locali. I fiocchi di neve sono stati visti svolazzare anche a quote di bassa collina, non lontano dalla costa settentrionale del paese nord-africano. Sulle montagne della Tunisia settentrionale gli accumuli sono risultati anche particolarmente abbondanti, tanto da costringere le autorità locali alla chiusura di alcune strade. Quasi tutti i centri, oltre i 700-800 metri di altezza, sono stati imbiancati. Anche la città di Tebessa, a circa 800 metri di altezza, è stata ricoperta di neve, a seguito delle nevicate cadute domenica 5 Febbraio. Nella giornata di ieri invece il grande protagonista è stato il vento forte, tra O-NO e NO, che ha Tebessa ha soffiato con raffiche di oltre i 79 km/h. Il freddo si è avvertito in tutto il territorio tunisino, con interessanti gelate notturne che hanno riguardato le aree interne e le zone montuose del paese, recentemente innevate. Persino nelle aree desertiche più meridionali, vicino al confine con l’Algeria, il freddo durante le ore notturne si è reso molto pungente, con temperature di poco sopra la soglia degli zero gradi.
Ma ancora più spettacolare è stata l’intrusione dell’aria fredda nel cuore dell’entroterra della Tripolitania, nella Libia occidentale. Qui l’avvento del nocciolo gelido, scivolato sabato 4 sull’Algeria, è stato preceduto da sostenuti, a tratti intensi, venti da Ovest, che hanno battuto buona parte del territorio libico, con raffiche che hanno superato i 60 km/h. I nuclei di aria fredda, con le isoterme di -4° -5° alla quota di 850 hpa (poco sotto i 1500 metri di altezza), dalla Tunisia si sono spinti verso il mar Libico, umidificandosi e riscaldandosi sensibilmente nei bassi strati, a contatto con le più calde acque superficiali del basso Mediterraneo. I forti contrasti termici che si sono venuti a creare hanno favorito lo sviluppo di intensi moti convettivi (correnti ascensionali in seno alla colonna d’aria) che hanno costruito imponenti annuvolamenti cumuliformi, carichi di rovesci e fenomeni temporaleschi. Durante l’ingresso del nocciolo freddo sulle coste della Tripolitania uno di questi ammassi temporaleschi, nella primissima mattinata di lunedi 6 Febbraio 2012, si è spinto verso l’area della capitale Tripoli e il suo entroterra montuoso retrostante, scaricando forti rovesci di pioggia e gragnola nella fascia litoranea, con molti lampi e tuoni molto fragorosi. Nel corso della fase temporalesca i fenomeni precipitativi sono stati talmente intensi da provocare un consistente calo termico (per il rapido trasferimento dell‘aria molto fredda presente alle quote superiori tramite le precipitazioni), con temperature di soli +4° +3° a livello del mare.
Il consistente calo termico e l’intensità dei fenomeni ha favorito un netto abbassamento della quota neve che si è attestata su quote insolitamente bassa, tanto che i fiocchi bianchi hanno raggiunto vari quartieri della città libica, specie quelli più interni. I rovesci e i temporali, iniziati verso le 01:50 sono terminati poco prima delle 07:00 AM (ora locale), lasciando un sottile manto bianco che ha ricoperto i tetti e le strade della città poco prima dell‘alba, al risveglio di buona parte della popolazione. Sulla costa invece il velo bianco, che ha imbiancato persino la spiaggia e il lungomare, pare che sia composto prevalentemente da gragnola o grandine che a causa delle basse temperature e dell’eccessivo accumulo e riuscita a non sciogliersi immediatamente, rimanendo a terra per buona parte della mattinata fino al primo pomeriggio. In alcune foto si notano, sullo sfondo, delle virghe di neve isolate che scendono fin sul mare. Una dinamica davvero particolare che è riuscita a regalare degli scenari davvero unici e suggestivi agli abitanti di Tripoli. A scanso di equivoci bisogna ricordare che con una temperatura di soli +3° a livello del mare, con intensi rovesci, terreno asciutto e molto freddo, la neve può cadere, producendo persino dei leggeri accumuli al suolo, nonostante le termiche nella libera atmosfera (850 hpa) non siano proprio da neve.
Ma gli accumuli più consistenti hanno riguardato soprattutto le alture che circondano la periferia meridionale di Tripoli, come l’area delle montagne Berbere, dove le precipitazioni hanno assunto un prevalente carattere nevoso durante l’intero evento. In alcune aree più elevate pare che si sarebbero superati anche i 10–15 cm di spessore. La neve fresca ha imbiancato le brulle campagne e le aree semi-desertiche dell‘entroterra. Quasi tutto il comprensorio montuoso dietro la capitale libica si è tinto di bianco, suscitando la morbosa curiosità della popolazione locale che si è versata sulle zone innevate, per scattare innumerevoli foto-ricordo che oggi fanno il giro del web. La neve fin su Tripoli del resto rimane un evento storico a tutti gli effetti. Le statistiche, a tal riguardo parlano molto chiaro. L’ultima nevicata su Tripoli risale al lontano 6 Febbraio del 1956, ben 56 anni esatti. un’altra nevicata fu sfiorata il 6 Febbraio del 1999 quando si mise a piovere con +3°, dopo una gelata notturna che è stata seguita da ampi annuvolamenti subito dopo l’alba. La nevicata del 6 Febbraio 2012 rischia di superare, in termini di accumuli, persino quella del 1956, che interessò tutta la città. Un’altra nevicata più consistente interessò Tripoli nel Febbraio del 1915, con accumuli di oltre i 2 cm dopo un temporale. Riassumendo le date nevose al suolo a Tripoli si possono contare sulle dita di una mano in oltre 200 anni: 1792, 1826, 1915, 1956 e 2012. Insomma non è certo di casa e chissà quanto tempo dovranno aspettare gli abitanti di Tripoli e dintorni per un’altra bella imbiancata.