Grandi nevicate anche in Giappone, città e paesi sommersi da 4 metri di neve; tutta colpa della “Nina”?

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Impressionante immagine di archivio da Yaponiya, nel cuore dell'Hokkaido, sommersa da un enorme muro bianco

Mentre l’Europa è attanagliata da una ondata di gelo che da oltre 15 giorni continua a causare una gran quantità di disagi, oltre alle centinaia di vittime che quotidianamente si registrano in gran parte dei paesi dell’est (quelli più duramente colpiti dal gelo di origini russe), anche nell’estremo oriente non se la passano meglio. Il Giappone nei giorni scorsi è stato colpito da una serie di forti nevicate che hanno scaricato vere e proprie metrate di neve fresca fin dalla basse quote. La situazione più difficile si riscontra sull’isola di Hokkaido, nella parte settentrionale dell’arcipelago giapponese, dove nelle scorse settimane si sono manifestate delle tempeste di neve che hanno scaricato oltre 5-6 metri sulle aree montuose dell’isola, lungo il suo versante occidentale, direttamente esposto ai gelidi venti da NO che scivolano dall‘altopiano della Siberia orientale. Ma le abbondanti nevicate, che qui non sono certo una novità, non hanno risparmiato neppure le località a quote collinare e persino le aree costiere, dove il manto bianco ha raggiunto altezze davvero considerevoli, tanto da paralizzare intere città e centri abitati, costringendo le popolazioni locali a rimanere in case. In alcune città sulle coste del mar del Giappone, come Tsunan, nella prefettura di Niigata, la coltre nevosa è arrivata a oltre 3 metri, coprendo le finestre delle case fino al secondo piano. In qualche caso ci siamo avvicinati molto alle nevicate record del 2005 e del 2006, quando ci furono danni per oltre 130 milioni di dollari. Notevoli pure gli oltre 2 metri di neve registrati nelle città di Iwamizawa e Shinshinotsu. Purtroppo, le eccessive nevicate, quest’anno hanno causato la morte di almeno 83 persone, soprattutto anziani, scivolati mentre toglievano la neve dai tetti delle loro case. Le abbondanti nevicate stanno incrementando il rischio valanghe, alcune anche di grosse dimensioni, che minacciano di cadere su diversi centri abitati. Per questo le autorità nipponiche stanno procedendo ad alcune evacuazioni preventive. Del resto le masse nevose cadute sui rilievi dell’isola di Hokkaido sono davvero ingenti, si parla di metri e metri, bastano piccole turbolenze, prodotte da folate di vento o una scossa tellurica moderata (che in questa zona del Giappone sono di casa) per generare delle valanghe gigantesche, in grado di seppellire case e abitazioni. Ma tanta neve sta candendo anche sulle coste occidentali dell’isola di Honshu, soprattutto il settore più settentrionale, con metrate di neve fresca depositate sui comprensori montuosi più interni, dove nevica senza sosta da giorni, per via dello “stau” che i rilievi interni nipponici esercitano nei confronti dei freddi venti nord-occidentali, che dall’altopiano della Siberia orientale si versano sul mar del Giappone. La neve sta continuando ad imbiancare, sotto intensi rovesci, città abbastanza nevose come Aomori, Hirosaki, Akita, Sakata, Nigaata e Nagaoka. Nei prossimi giorni sono attese altre nevicate che interesseranno soprattutto la parte occidentale dell’isola di Hokkaido e il nord di Honshu.

Ecco come si presentano le aree interne dell'isola di Hokkaido, interamente coperte dalla neve

Come mai l’isola di Hokkaido e le aree occidentali del nord di Honshu sono cosi nevose ?

La grande nevosità dell’isola di Hokkaido deriva dalla particolare esposizione di quest’ultima alle gelide masse d’aria che dall’altopiano della Siberia orientale scivolano verso il mare di Ohotsk e il mar del Giappone, per umidificarsi e riscaldarsi sensibilmente nei bassi strati. Molto spesso, durante l’inverno, capita che il grande anticiclone termico siberiano posizioni il proprio baricentro, con massimi al suolo sopra i 1050-1060 hpa (raffreddamento pellicolare), nel cuore della Siberia centro-orientale, con il proprio bordo orientale pronto a distendersi verso le coste dell’estremo est della Russia, affaciate al mar di Ohotsk e la penisola di Kamcatka. Con questo posizionamento le masse d’aria gelide, che stazionano sopra l’immenso altopiano della Siberia orientale, tendono a muoversi verso sud-est, scorrendo lungo il bordo orientale del poderoso anticiclone termico. L’aria molto fredda cosi si mette in moto verso la Manciuria (estremo nord della Cina) e le coste dell’estremo oriente russo sotto forma di sostenuti venti da O-NO e NO che scavalcano molto rapidamente i rilievi della regione del Sihote-Alin (a nord della città russa di Vladivostok) per gettarsi sopra le più miti acque del mar del Giappone.

A contatto con la più mite superficie marina la massa d’aria gelida, di origini siberiane, si riscalda e si carica di umidità fin dagli strati più bassi, instabilizzandosi al proprio interno e determinando la rapida formazione di estesi corpi nuvolosi cumuliformi che vanno ad impattare e addossarsi sui rilievi più elevati dell’isola di Hokkaido e Honshu, determinando fitte e persistenti nevicate sulle coste occidentali di tali isole. Bisogna anche dire che l’aria fredda siberiana, pur umidificandosi, è costretta a transitare sopra un tratto di mare non molto ampio, tanto da raggiungere le coste occidentali nipponiche conservando buona parte delle proprie origine gelide, specie negli strati più alti. Ciò alimenta l’attività convettiva (correnti ascensionali) e la formazione di imponenti annuvolamenti cumuliformi che danno la stura ai rovesci nevosi, fin sulle coste. In questi casi è rilevante anche la presenza dei rilievi piuttosto elevati sulle aree più interne dell’isola di Honshu e Hokkaido (le Alpi giapponesi) che costringono le masse d’aria fredde, di lontane origini siberiane, a sollevarsi per raffreddarsi e condensarsi, favorendo la genesi di grandi annuvolamenti lungo il versante occidentale, affacciato al mar del Giappone. Per questo le grandi nevicate si concentrano sulla parte occidentale di Hokkaido e di Honshu, mentre le coste orientali rimangono in piena “ombra pluviometrica” con correnti da Ovest o NO.

Le grandi nevicate sul nord del Giappone sarebbero state favorite dalla “Nina” ?

Le grandi nevicate di queste settimane, con molta probabilità, sono da imputare alla “Nina” che è in azione su tutto l’oceano Pacifico. Infatti, in questi mesi di attività, la “Nina” sta favorendo un sensibile riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico tropicale occidentale, nel tratto a sud dell’arcipelago giapponese. Questo intenso riscaldamento sta agevolando la stagnazione di masse d’aria molto più calde e umide nel tratto di oceano poco a sud del Giappone. Le masse d’aria calde e umide della fascia tropicale spesso vengono costrette, dalle particolari configurazioni bariche, a salire verso le isole di Kyushu, Shikoku e il sud di Honshu, interagendo con le più fredde correnti, da O-NO e NO, che dall’altopiano siberiano scivolano verso il mar del Giappone e l’Hokkaido. Quando le differenti masse d’aria si scontrano fra di loro si generano intensi moti convettivi che agevolano la formazione di grandi corpi nuvolosi cumuliformi, carichi di precipitazioni, lungo la linea di confluenza. In questo periodo la linea di confluenza fra le differenti masse d’aria, a più riprese, si è attestata proprio tra il settore più meridionale del mar del Giappone e l’isola di Honshu, dove si sono verificate abbondanti precipitazioni che hanno assunto prevalente carattere nevoso fino alle coste occidentali dell’isola, scaricando metrate di neve fresca sulle aree montuose più interne.

Ecco come si presentano molti centri dell'Hokkaido
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