“La caratteristica più insolita dell’ondata di maltempo appena conclusa è la lunghezza, mentre l’intensità è quella delle gelate trentennali a cui il nostro paese è già abituato.” E’quanto afferma il climatologo Giampiero Maracchi, secondo cui in futuro è possibile aspettarsi un’intensificazione di questi fenomeni a causa dei cambiamenti climatici. “Per quanto riguarda le temperature in media sono state maggiori rispetto al ’56 e all’85 – spiega l’esperto – quello che invece colpisce e’ stata la durata del fenomeno, che ha investito il paese per quasi due settimane. Questa anomalia puo’ essere attribuita ai cambiamenti climatici, che hanno come effetto l’aumento della frequenza di tutti i fenomeni estremi, dal freddo alla siccita’ alle piogge torrenziali. Vedremo nel futuro se queste ondate rimarranno trentennali, ma ci si puo’ aspettare che diventino piu’ frequenti”. Meno significativo è, secondo il climatologo, il dato sulla neve caduta: “Il fenomeno e’ stato un po’ enfatizzato; c’è da dire che il dato sulla neve risente molto del vento: magari ne cadono 30 centimetri, ma il vento la accumula e quindi le misure risultano sballate. Di sicuro però si sa che a un centimetro di neve corrisponde un millimetro di pioggia, quindi in ogni caso si è trattato di precipitazioni molto intense e concentrate, come ormai avviene molto spesso nel nostro paese“. Nulla si può dire invece, continua Maracchi, su come sarà la prossima estate: “Nonostante le credenze popolari non c’e’ nessuna correlazione tra un inverno freddo e un’estate calda. E’ ancora presto per fare previsioni così a lungo termine“, conclude l’esperto.