Met Office-shock: “dimentichiamo il global warming, adesso ci preoccupa il ciclo 25 del sole”

MeteoWeb

Dopo la previsione dell’astrofisico russo Habibullo Abdussamatof sulla glaciazione in arrivo a partire dal 2014 e il documento firmato da 16 esperti mondiali sulla “bufala” di global warming e cambiamenti climatici, anche il Met Office e l’University of East Anglia “aprono” le loro analisi climatiche sull’attività solare e lo fanno con un’intervista davvero clamorosa, rilasciasta pochi giorni fa al “The Mail on Sunday“, principale quotidiano domenicale britannico. Già, proprio loro del Met Office e dell’University of East Anglia che hanno sempre sostenuto le tesi legate ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale, adesso capovolgono completamente l’analisi forse condizionati dagli eccezionali rigori che in Europa si susseguono di anno in anno nei mesi invernali ma non solo, bensì illustrando che secondo gli ultimi dati a disposizione, negli ultimi 15 anni la Terra non si è riscaldata. Sulla base della lettura di oltre 30.000 stazioni meteorologiche, infatti, a fine gennaio il Met Office e l’University of East Anglia hanno pubblicato nuove analisi che stravolgono quelle che per alcuni erano “certezze” ma che, almeno qui su MeteoWeb, abbiamo sempre divulgato con estrema cautela.
Dai dati diffusi dai prestigiosi centri di ricerca inglesi emerge che il riscaldamento globale s’è bloccato nel 1997 e che da quel momento la temperatura del nostro pianeta non solo è stabile, ma addirittura in lieve calo.
Contemporaneamente gli stessi esperti hanno voluto focalizzare la loro attenzione sul sole e sulle sue emissioni di energia, “insolitamente elevate nel corso del ventesimo secolo ma adesso verso un nuovo grande minimo che minaccia estati fredde e inverni rigidi”.
A questo punto, quando si parla del sole, gli esperti britannici si appellano alla Nasa a all’University of Arizona che avrebbero rilevato alcune misure del campo magnetico 120 mila miglia sotto la superficie del sole e da ciò è emerso che il prossimo ciclo solare, il 25°, sarà contraddistinto da una straordinaria debolezza della stella e avrà un picco nel 2022.
Secondo un documento pubblicato la scorsa settimana dal Met Office, c’è un 92% di possibilità che il ciclo 25 del sole sarà più debole del “minimo di Dalton” del periodo 1790-1830, quando le temperature medie sono diminuite, almeno in Europa, di circa 2°C. Ma non viene escluso (è il rimanente 8%) che la debolezza solare del prossimo ciclo sia pari a quella del “minimo di Maunder” che tra 1645 e 1715 determinò la fase più fredda della piccola era glaciale, quando anche il Tamigi ogni anno si congelava per molti mesi.

Peter Stott del Met Office ha specificato che “comunque abbiamo il dubbio che a causa della grande mole artificiale di anidride carbonica emessa dalle attività umane nell’atmosfera, gli effetti del minimo solare stavolta siano meno siginficativi, con una diminuzione delle temperature globali di circa 0,08°C non paragonabile a quella di qualche secolo fa. Insomma, vista la situazione il calo dell’attività non sarà comunque sufficiente a una nuova era glaciale“, ma molti altri esperti di sole, clima e astronomia hanno duramente contrastato quest’analisi, accusando Stott di voler “mettere una toppa” ai clamorosi “errori” del Met Office che “solo oggi riconosce ciò che era chiaro da anni“, e che gli effetti dell’attività solare sulle temperature della Terra non possono affatto essere influenzati dalle emissioni di anidride carbonica.
Tra questi, Henrik Svensmark – che è il direttore del Center for Climate Research Sun del Danimarca National Space Institute – ha detto che “le temperature mondiali potrebbero diminuire molto per almeno 50 anni, e sarà una lunga battaglia convincere alcuni pseudo-scienziati del clima che il sole è importante molto più di quello che accade sulla terra. Ma probabilmente il sole ci aiuterà in questa battaglia, e dimostrerà da solo con i fatti ciò che noi diciamo da tempo“.
Svensmark fa notare a Stott che anche negli ultimi 15 anni, in cui lo stesso Met Office spiega che le temperature del pianeta non siano aumentate, i livelli di emissioni di anidride carbonica sono stati in costante aumento, e ricorda i calcoli del Met Office che “nel 2007 aveva affermato che il riscaldamento globale continuava a ruggire e che tra 2009 e 2014 avremmo avuto record di caldo assurdi, invece sta avvenendo il contrario“.

Anche Judith Curry, professore del Georgia Institute of Technology e tra i più grandi esperti americani di climatologia, ha commentato queste rivelazioni spiegando che “sarebbe responsabile riconoscere e accettare il fatto che i modelli di previsione possono avere gravi carenze perchè non hanno mai calcolato, fin qui, l’influenza del sole. Vi assicuro che sullo ‘stop’ del global warming negli ultimi 15 anni, molti scienziati non sono affatto sorpresi“.

Infine Pal Brekke, consulente di climatologia presso il Centro spaziale norvegese, ha detto che “la natura è in procinto di effettuare un esperimento molto interessante. Nel giro di 10-15 anni saremo in grasdo di determinare in modo preciso se il riscaldamento globale del ventesimo secolo sia stato realmente causato dalle emissioni di anidride carbonica provocate dalle attività umane oppure se si sia trattato solo di una naturale variabilità climatica“.

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