Ancora quindici dispersi; la rimozione del relitto dopo il pompaggio del carburante, iniziato oggi pomeriggio; l’inchiesta della procura di Grosseto, che per ora vede indagati il comandante Francesco Schettino e l’ufficiale Ciro Ambrosio ma che pare solo agli inizi e potra’ allargarsi ad altre responsabilita’. Un mese dopo, sono queste le principali ‘coordinate’ sul naufragio della nave Costa Concordia, portata il 13 gennaio contro gli scogli dell’Isola del Giglio mentre a bordo c’erano 4.229 persone, tra turisti e personale dell’equipaggio: 17 i morti certi, recuperati e identificati, senza contare, appunto, i 15 dispersi, e poi i feriti, e lo choc, lo spavento di centinaia di altri evacuati in condizioni improbe e inadeguate. Positiva notizia di oggi, l’avvio delle operazioni di defueling partita nel pomeriggio dai primi sei serbatoi raggiunti dalle societa’ specializzate Smit e Neri Livorno. ”E’ il primo segno concreto del massimo impegno messo in campo sia dalle strutture pubbliche sia dai soggetti privati con l’unico, comune obiettivo di evitare qualsiasi possibile rischio ambientale per l’Isola del Giglio”, si commenta dalla struttura del Commissario delegato per l’emergenza. Anche il sindaco dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli, ha ricordato ”il massimo impegno per tenere a distanza il potenziale rischio ambientale” ribadendo ”fiducia nel buon esito delle operazioni”. Il pompaggio viene fatto ‘no stop’, finche’ il mare rimane calmo, ad una velocita’ di estrazione dai serbatoi di 5-10 metri cubi all’ora. Il primo deposito – con 400 metri cubi dei primi 1.518 resi ‘aggredibili’, pari al 67% di tutto il carburante presente nella nave – sara’ svuotato entro martedi’ mattina, gli altri a seguire. Il defueling e’ operazione propedeutica, e prioritaria, rispetto alla rimozione del relitto, e va fatta in sicurezza. Il mare calmo dovrebbe ridare impulso alle ricerche dei dispersi, ci sono parti sommerse della nave da ispezionare. Stamani a Roma c’e’ stata la messa nella basilica di Santa Maria degli Angeli; domani, giorno di trigesimo del naufragio, messa nella parrocchia di San Lorenzo e Mamiliano a Giglio Porto, con il parroco don Lorenzo Pasquotti e monsignor Guglielmo Borghetti, vescovo di Pitigliano, nella chiesa dove furono accolti i naufraghi impauriti e infreddoliti la notte dell’incidente. Quindi, l’inchiesta della procura. Stamani il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a margine della messa di suffragio a Roma, ha detto ai cronisti: ”E’ necessario continuare ad indagare” e ha sottolineato l’impegno profuso dagli inquirenti, per i quali domani riparte una settimana intensa. Domani la procura e gli investigatori della polizia giudiziaria esamineranno insieme l’intero video in possesso del Tg5 che mostra la plancia di comando, con Schettino e gli altri ufficiali, nei momenti successivi all’urto laddove si sembra temporeggiare nel dare l’allarme generale e nel decidere l’abbandono della nave. Frasi e dichiarazioni verranno confrontati con le testimonianze rese finora. Su questo video la moglie di Schettino, Fabiola Russo, in un’intervista al Corriere della Sera, difende il marito: ”Il filmato dimostra che mio marito salvo’ migliaia di vite. Ha pianto di gioia. Mi ha detto: ‘Il video mostra esattamente quello che ho detto ai magistrati, non ho mentito’. Nel filmato si vede che mio marito stava cercando una soluzione”. E sulla risposta in napoletano verace, ‘Vabbuo’…’, quando gli dicono che i passeggeri abbandonano la nave, la moglie risponde: ”Lo dice al telefono, non parlava con l’ufficiale. Il video e’ stato montato male, le sequenze non sono quelle”. Sara’ comunque lavoro dei pm definire – al netto della confusione – cosa avveniva esattamente in plancia e chi parlava ‘con chi’ prima di dare l’abbandono della nave, troppo tempo dopo l’urto con gli scogli. Un lavoro di ricostruzione prezioso, anche in vista dell’incidente probatorio dove, peraltro, dovrebbe essere svelato il contenuto di una videocamera, appartenente all’apparato della ‘scatola nera’, installata proprio in plancia. Martedi’ prossimo, invece, i magistrati di Grosseto sentiranno l’ad di Costa spa, Pierluigi Foschi, che, oggi, in un’intervista a La Stampa ha detto che ”su Schettino pesano indizi che farebbero tremare i polsi a chiunque” addebitandogli ”un comportamento umano che ha causato quello che ha causato” ma soprattutto rivelando che Schettino non avviso’ la sala operativa della Costa che stava virando su una rotta turistica. Un altro spunto per le indagini? ”Fatte salve le prerogative del comandante – ha spiegato Foschi – quando si va fuori rotta, lo si dice”. Foschi invece ‘salva’ i membri dell’equipaggio. ”Fecero il loro dovere, vanno riabilitati”. Sempre in settimana altri funzionari ‘di terra’ della Costa verranno sentiti dai pm. Mentre altre responsabilita’ sembrano rimanere sotto traccia. Almeno per ora. ”Siamo solo all’inizio di questa inchiesta”, ripetono gli inquirenti.