In questi giorni ci stiamo meravigliando perché in Tunisia “piove”, in modo talmente intenso da provocare dei danni e delle alluvioni. Già! Come se fosse una cosa scontata che in Africa, dove si estendono i più grandi ed aridi deserti della Terra, non debba piovere mai. In effetti, già alla fine degli anni ’80, nell’ambito del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, Michele Conte ed Alfio Giuffrida (l’autore del presente articolo), hanno messo a punto una teoria secondo la quale, nel Bacino del Mediterraneo, si verifica una oscillazione periodica nel campo delle pressioni in quota che ha un risvolto nel campo delle precipitazioni, nel senso che quando la pressione è più alta le precipitazioni presentano un minimo e viceversa. Un fenomeno del tutto analogo al la più nota “Oscillazione Meridionale” che si manifesta nella fascia equatoriale dell’Oceano Pacifico e che dà luogo all’evento di “El Niño”.
L’Oscillazione Mediterranea, come è conosciuta in ambito internazionale, ha una durata di circa 11 anni (guarda caso uguale a quello delle macchie solari) e si era osservato che nelle varie zone ai bordi del Mediterraneo, tra cui la Tunisia, effettivamente le quantità di precipitazioni avevano un andamento oscillante. Negli anni ’90, l’argomento ha suscitato un vivo interesse nella comunità scientifica ed altri studiosi si sono accomunati nello studio del fenomeno, tra cui il Prof. Michele Colacino del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Purtroppo, come sempre accade, la ricerca in Italia non ha grande sviluppo e quello studio adesso langue negli archivi del Servizio Meteorologico.
Notiamo tuttavia come le situazioni siano diverse a seconda del luogo e delle circostanze: le quantità di precipitazioni che hanno causato le alluvioni in Tunisia, sono: 58 mm di pioggia caduti a El Kef e i 57.8 mm di Beja, come si legge in un altro articolo di Daniele Ingemi su questo stesso sito. Quantità molto inferiori a quelle alle quali siamo abituati in Italia dove, quando si verificano delle alluvioni, le quantità di precipitazioni superano quasi sempre i 200 millimetri. Niente a che vedere tuttavia con altre zone della Terra, come ad esempio la foresta amazzonica dove, in alcuni casi si superano i 2000 millimetri nell’arco delle 24 ore.
Traendo spunto da queste curiosità meteorologiche, Alfio Giuffrida ha scritto due libri, nei quali si intrecciano storie d’amore, vissute dagli ipotetici protagonisti, con fatti scientifici assolutamente veri e documentati. I due romanzi ai quali si è accennato si intitolano rispettivamente: “L’anno del Niño” e “Deserto Verde”, entrambi editi da Aracne e sono ambientati il primo in America del sud, nel 1997, anno in cui si verificò un evento del Niño di forte intensità, che provocò innumerevoli vittime in tutto il mondo, compresa l’Europa. Il secondo è ambientato proprio in Tunisia e descrive la commovente storia di Giulia che, dopo essere stata morsa da un ragno velenoso, riesce ad essere salvata dalla forza di … uno sciamano! Ma quello sciamano per lei era una persona del tutto particolare, uno di quei casi del destino, che potrebbe esser vero e che tiene il lettore con il fiato sospeso fino alla fine del romanzo.
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