Muri così alti di neve, fino a 4 metri, che non si sa più dove ammassare i cumuli. E’ il quadro che si presenta nelle Marche a 11 giorni dall’inizio dell’ emergenza: 40-50 centimetri a Pesaro e Macerata città, oltre due metri nell’Urbinate, cumuli fino a 3-4 metri in alcune località in provincia di Pesaro Urbino, nel Fabrianese e nell’alto Maceratese.
Una situazione drammatica quella del Pesarese, dove si sono registrati anche due feriti per un albero caduto su un’auto, che ha spinto il capo Dipartimento della Protezione civile nazionale Franco Gabrielli ad assegnare alle Marche, già da domani, un maggior numero di uomini e mezzi: 50 agenti del Soccorso alpino della Guardia di finanza, due frese, una pala gommata, una pala meccanica, tre motoslitte dei vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato.
La Ss16 va in tilt: tir intraversati, spostamenti delle ambulanze rallentati, così come l’arrivo di mezzi di rinforzo dalla Lombardia, dal Veneto, dal Friuli Venezia Giulia. Nel frattempo, i camionisti ‘intrappolati’ fra i due caselli svuotano con i loro acquisti la stazione di servizio Conero.
Autostrade per l’Italia si difende, nega che si potesse dare un preavviso, e sostiene che la chiusura del tratto ha “scongiurato conseguenze peggiori”. In serata intanto, è stato nuovamente istituito il divieto di transito per i mezzi oltre le 7,5 tonnellate. E’ il Montefeltro, l’Alto Pesarese, dove insiste una miriade di frazioni, l’epicentro di questo ‘terremoto’ bianco. Un territorio che viene incontro all’occhio del visitatore con i suoi monti di un verde cupo, gli orizzonti che si rincorrono e i solidi borghi saggiamente preservati. Ora il paesaggio è completamente mutato sotto metri e metri di neve.
E ci sono famiglie isolate, strade impraticabili, distacchi di energia elettrica – con un “guasto importante” a Pesaro, segnala l’Enel -, soccorsi a persone malate, anziani, donne in stato di gravidanza complicatissimi, ospedali in affanno. Ricoveri programmati sospesi fino a lunedì negli ospedali Santa Croce di Fano e San Salvatore di Pesaro, per la riduzione di disponibilità di sangue. Il presidente della Provincia Matteo Ricci ha lanciato un drammatico Sos: “Rischiamo l’isolamento vero. Le strade sono nuovamente bloccate, e anche Urbino rischia di essere tagliata fuori. I mezzi non sono sufficienti, ce ne servono urgentemente altri. I danni sono incalcolabili, milioni e milioni di euro. Il territorio è in ginocchio: ci attendiamo un sostegno dal Governo, perché da soli non possiamo farcela”.
Decine i crolli di tetti di abitazioni private, capannoni industriali e stalle (sono morti mille maiali e 6.000 pulcini). L’assessore provinciale ai lavori pubblici Massimo Galuzzi teme che ci siano anche dei feriti, anche se per ora non ci sono informazioni certe. Diverse le persone isolate, “ma di tutte – precisa il prefetto Attilio Visconti – abbiamo contezza che stanno bene in salute”.
Non va meglio nel resto delle Marche. A Fabriano, cumuli di oltre un metro e 30 nelle frazioni: San Donato, Cantia, Nebbiano sono di nuovo isolate. Il Coc cerca di garantire rifornimenti di viveri e farmaci, ma si cominciano a registrare problemi per l’approvvigionamento idrico nelle zone di Sassoferrato.
Le previsioni indicano ancora nevicate intense fino a domani mattina, con cumulate attorno ai 70 cm nelle zone interne.
“Bisogna rimanere uniti – è l’invito del governatore Gian Mario Spacca -, mantenere la calma, continuare a restare integrati come accaduto sinora”. “L’emergenza che dovete fronteggiare – ha detto il capo dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli, in videoconferenza con il Centro operativo regionale – è grande, ma pari alle vostre capacità organizzative”.