Un team di scienziati ha lanciato un piccolo razzo suborbitale in una aurora boreale appena a nord di Fairbanks, in Alabama, per capire come queste possono influenzare i segnali del sistema di posizionamento globale (GPS) dei satelliti e degli altri veicoli spaziali. Il razzo ha raggiunto un’altezza di 349 chilometri come parte di uno studio finanziato dalla NASA. “Stiamo indagando su quella che viene definita meteorologia spaziale”, ha detto in un comunicato il ricercatore Steven Powell della Cornell University. “La meteorologia spaziale è causata dalle particelle cariche che provengono dal Sole e che interagiscono con il campo magnetico terrestre. Noi come esseri umani non ne avvertiamo direttamente gli effetti, come invece sanno fare i nostri sistemi elettronici.” La foto che ritrae il lancio, mostra una striscia di luce abbagliante in una “tenda” luminosa di riflessi verdi creati dalle luci del nord. Le aurore si verificano quando le particelle cariche provenienti dalla nostra stella colpiscono l’atmosfera superiore della Terra, innescando uno spettacolo di luce incandescente. Queste particelle cariche vengono incanalate verso le regioni polari della Terra dal campo magnetico del pianeta, creando l’aurora boreale o la controparte meridionale, note come le luci del Sud. Il Sole è attualmente in una fase attiva del ciclo, il cui picco massimo si avrà probabilmente nel 2013, e tutto questo potrebbe comportare interferenze o danni ai satelliti di navigazione, di comunicazione e di altri servizi utili agli utenti. “Stiamo diventando sempre più dipendenti da questi segnali”, dice Powell. Lo scopo di questo lancio è stato quello di misurare i campi elettrici generati dalle luci del Nord. Allo studio hanno partecipato un team di 60 scienziati e studenti che rappresentano la Cornell University, l’Università del New Hampshire, il Dartmouth College, il Southwest Research Institute e l’Università di Oslo.
Un razzo per studiare i campi elettrici delle aurore boreali
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