Un vorace buco nero nella galassia di Andromeda

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Credit: MPE

Nuovi studi di un team internazionale hanno rivelato che un raggio molto luminoso emanato a raggi X nella galassia di Andromeda, altro non è che il risultato di un buco nero che divora la materia ad un ritmo furioso. A scoprire per primo le ultraluminose sorgenti di raggi X nella galassia di Andromeda fu l’osservatorio Chandra della NASA alla fine del 2009. La galassia si trova a 2,5 milioni di anni luce dalla nostra Via Lattea, ed è una nostra vicina di viaggio. Questi buchi neri rimescolano il gas circostante e la polvere in modo da formare un disco di accrescimento che riscalda e scatena getti di raggi X. E’ la prima volta che un simile oggetto viene individuato nella galassia a spirale di Andromeda, ed è anche il più vicino mai osservato. I buchi neri si formano dal collasso di stelle massicce che solitamente contengono fino a 10-20 volte la massa del Sole. Secondo i nuovi studi, questo buco nero sarebbe almeno 13 volte più massiccio della nostra stella e si sarebbe formato al termine del ciclo di vita di una stella supermassiccia esplosa come una supernova. “Queste fonti sono abbastanza esotiche”, dice in un comunicato il capo dello studio Matt Middleton, ricercatore presso il Dipartimento di Fisica presso la Durham University del Regno Unito. I nuovi risultati potrebbero aiutare gli astronomi a comprendere meglio la nascita e l’evoluzione di queste sorgenti. Molti di questi oggetti sono troppo lontani per poter essere osservati, e quindi gli scienziati stanno dando grande importanza a questo studio in quanto la vicina galassia di Andromeda fornisce l’opportunità di studiare il fenomeno nei dettagli, senza grandi quantità di gas e polveri interstellari che ne oscurano la visuale.

Credit: ESA/Herschel/PACS/SPIRE/J.Fritz, U.Gent/XMM-Newton/EPIC/W. Pietsch, MPE

In precedenza si ipotizzò che queste fonti fossero causate da buchi neri relativamente piccoli, soltanto un paio di volte più massicci del Sole. Altri invece, erano convinti che i buchi neri fossero di medie dimensioni, sino a 1000 volte più grandi della nostra stella e che fossero formati dalla fusione di molti buchi neri stellari. In questo caso il buco nero ha una dimensione apparentemente normale, formato semplicemente, come detto, dal collasso di una stella supermassiccia. Nel corso di pochi mesi i ricercatori hanno visto un forte calo di luminosità dei raggi X, mai visto prima in altri oggetti simili. Questo tipo di comportamento è assai comune nei sistemi binari, dove una normale stella è in orbita attorno ad un buco nero nella nostra galassia. “Siamo stati molto fortunati da vedere la maggior parte della sua curva di luce, che ha mostrato un comportamento molto simile ad altre sorgenti di raggi X dalla nostra galassia,” afferma Wolfgang Pietsch, del Max Planck Institute per la fisica extraterrestre, in una dichiarazione. Gli scienziati progettano di mantenere un occhio vigile verso la vicina galassia nella speranza di rilevare un altro “scoppio”. I tempi di ritorno di questo fenomeno però, potrebbero essere nell’ordine di una decina di anni. Si spera di poter osservare quanto prima un simile evento al fine di poter testare la teoria enunciata e cercare di comprendere il comportamento di questi sconosciuti giganti del cosmo.

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