Tra tre mesi si verificherà il transito di Venere sul disco del Sole, e gli scienziati si stanno organizzando presso l’Osservatorio di Parigi per pianificare i loro piani di osservazione. Il transito avverrà il 5-6 Giugno 2012, e presenterà ai ricercatori due opportunità per la scienza: in primis utilizzare Venere come un pianeta extrasolare in transito per testare le tecniche, la struttura e la dinamica delle atmosfere dei pianeti extrasolari. Se Venere fosse un esopianeta riusciremmo a tracciare la classe spettrale e testare i limiti di rilevazione dei gas nell’atmosfera. In secundis, essi saranno in grado di effettuare contemporaneamente delle osservazioni che garantiranno nuove prospettive per capire la climatologia del nostro pianeta gemello. L’evento sarà l’ultimo di questo genere della nostra vita in quanto il prossimo avverrà soltanto nel 2117, e permetterà di osservare un pianeta simile alla Terra davanti ad una stella come il Sole. Venere e la Terra hanno dimensioni simili, hanno entrambi atmosfera, ma i due pianeti si sono evoluti in modo differente. Il transito darà anche la semplice opportunità di testare l’atmosfera venusiana dalla Terra. Come il disco del pianeta transiterà su quello del Sole, sarà delineato da un arco sottile di luce chiamato aureola. Questa aureola è causata dalla diffrazione della luce attraverso l’atmosfera del pianeta, risultando da 10 a 100 volte più debole rispetto alla superficie visibile del Sole. La luminosità e lo spessore dell’aureola dipendono dalla densità e dalla temperatura dell’atmosfera, oltre all’altitudine degli strati atmosferici delle nubi di Venere. Anche se l’aureola è stata riportata dagli osservatori nel 1761, il transito nel 2004 ha permesso per la prima volta di fotografarla. I risultati di queste osservazioni sono stati pubblicati sul numero di Marzo della rivista Icarus.
“Non sapevamo fino al 2004, che l’aureola potesse essere facilmente osservata e che avesse un valore scientifico”, ha detto il dottor Tanga del Laboratoire Lagrange Paolo, Observatoire de la Cote d’Azur, che ha condotto lo studio. “Da tre serie di osservazioni nel 2004 siamo stati in grado di costruire per la prima volta un modello”. Gli scienziati hanno bisogno di osservazioni terrestri per comprendere le rapide variazioni che vediamo nei dati di Venus Express, tra l’altro danneggiata temporaneamente dalla tempesta solare. Al momento del transito, i ricercatori saranno in grado di misurare simultaneamente la struttura termica a tutte le latitudini da un polo all’altro, lungo il terminatore, e permettere un confronto dettagliato con le misure di Venus Express. Tanga e colleghi, come Widemann, stanno costruendo una serie di otto coronografi, ognuno dei quali lavora in una diversa lunghezza d’onda, per monitorare l’aureola durante il transito di Giugno. I coronografi saranno utilizzati in luoghi di tutto il mondo dove il transito sarà più osservabile (le isole Svalbard in Europa, in Estremo Oriente, negli Stati Uniti e precisamente sulla West Coast e in Australia). Le osservazioni saranno confrontate con i dati provenienti da altri osservatori terrestri e spaziali, tra cui Venus Express e il telescopio spaziale Hubble. “I transiti sono un indicatore interessante del progresso tecnologico dell’umanità”, ha detto Widemann. Nel XVIII secolo, l’orologio a pendolo ha permesso di tracciare i tempi precisi nel corso di un transito di Venere – per misurare l’Unità Astronomica. Nel XVIV secolo, abbiamo avuto un nuovo strumento per la fotografia. Nel XXI secolo, siamo stati in grado di osservare il fenomeno dallo spazio e dalla Terra allo stesso tempo. Sarebbe interessante sapere quali strumenti saranno disponibili nel XXII secolo.