Anche in questo fine settimana verrà confermato il trend meteo/climatico che ha caratterizzato questa stagione invernale, fatta di robuste rimonte dell’anticiclone azzorriano verso la MittelEuropa, l’arco alpino e le nostre regioni settentrionali, mentre le regioni meridionali, ed in parte pure i settori del medio-basso Adriatico, rimangono in balia degli impulsi freddi che sconfinano dall’area carpatico-danubiana e delle profonde ciclogenesi che dall’entroterra algerino e dalla Libia occidentale, sotto la spinta di uno dei rami principali del “Jet Stream” che sale dall’Africa nord-occidentale, risalgono verso il Canale di Sicilia e lo Ionio, inglobando di nubi e annesse precipitazioni le estreme regioni meridionali, in particolare la Sicilia orientale e a bassa Calabria ionica.
Non è un caso se in molte località del siracusano, catanese e sui paesi che sorgono lungo i versanti orientali dell’Etna e del massiccio dell’Aspromonte si stanno registrando notevolissimi “surplus” pluviometrici, con apporti, che in appena due mesi, già superano la soglia dei 600 mm, con picchi largamente superiori man mano che si sale di quota. Mentre la Sicilia orientale (in particolare catanese, siracusano e parte del ragusano) e la Calabria ionica (fra reggino ionico e catanzarese) fanno il carico d’acqua, con inevitabili conseguenze che vanno a ricadere su un territorio già di per se molto fragile (basti pensare alle frane e gli smottamenti), al nord vi è l’emergenza opposta, ossia quella del deficit idrico. Sono mesi che sulle regioni di nord-est, in particolare fra Veneto e Friuli Venezia Giulia, e su parte di quelle centro-settentrionali, su tutte la Toscana, non si verificano precipitazioni degne di note, tanto che molti bacini idrografici e lacustri sono già in stato di magra, mentre la penuria d’acqua sta causando gravi ripercussioni nel settore agricolo, già messo a dura prove dalle forti gelate di inizio Febbraio. Ben più gravi sono le conseguenze della siccità che affligge il Portogallo e la Spagna.
Tutta colpa dell’invasivo anticiclone delle Azzorre che in questi mesi ha continuato a posizionare un proprio “centro d’azione”, molto solido e robusto, proprio nel vicino Atlantico, davanti la penisola Iberica, le coste del Portogallo e delle Francia, con massimi di oltre i 1030-1035 hpa. Questo “centro d’azione”, finora, ha relegato l’umido flusso perturbato oceanico, proveniente dal Canada orientale, alle alte latitudini, impedendo cosi alle perturbazione (salvo qualche eccezione) di poter invadere più direttamente la Francia e la MittelEuropa, passando per le Alpi e le nostre regioni settentrionali. Anche durante il fine settimana avremo una riproduzione di questa particolare configurazione che sta tagliando in due l‘intera penisola, sotto l’aspetto meteo/climatico, fra un sud interessato da piogge copiose e un nord che deve cominciare a fare i conti con la penuria d’acqua. Difatti, grazie alla presenza di una ampia e profonda circolazione depressionaria, caratterizzata da vari minimi barici, che dalla Groenlandia si estende fino alle coste norvegesi e alle latitudini sub-polari, il promontorio anticiclonico azzorriano, sotto la spinta dei forti venti occidentale che solcheranno l’Atlantico settentrionale, tenderà ad estendere un proprio cuneo stabilizzante su tutta la MittelEuropa e le Alpi, inglobando sotto le più rassicuranti isobare di oltre i 1032 hpa le nostre regioni settentrionali, dove il tempo tenderà ulteriormente a stabilizzarsi, con cieli generalmente sereni o poco nuvolosi, con il passaggio di leggere velature in quota.
Ben diverso è il discorso per le nostre estreme regioni meridionali che da domani faranno i conti con la risalita di un profondo ciclone afro-mediterraneo che si andrà a collocare fra il mar Libico e il basso Canale di Sicilia. Già nella mattinata odierna, l’affondo di aria fredda (isoterme di +0° a 850 hpa) fino al cuore dell’Algeria orientale, con sostenuti venti da N-NE, ha favorito la nascita di una interessante ciclogenesi che dall‘Hamada (deserto roccioso) di Tinhert, in territorio algerino, si è rapidamente spostata verso il sud della Tripolitania, andando ad approfondirsi, con un minimo barico che è sceso fino a 1002 hpa. La formazione del vortice di bassa pressione, nel cuore dell’entroterra desertico, lungo il confine libico-algerino, è stata agevolato dallo scivolamento di aria fredda che dal Regno Unito e dalla Francia, scivolando lungo il margine orientale dell’alta pressione delle Azzorre, si è fiondata sull’entroterra desertico algerino, subito dopo aver scavalcato i monti dell’Atlante algerino. L’aria fredda, con isoterme di +0° a 850 hpa, scendendo di latitudine in piena fascia sahariana, sotto i 25-24° di latitudine nord, andrà ad incrociare l’immenso tappeto di aria calda e secca (sub-tropicale) che preesiste fra l’estremo sud dell’Algeria e il nord del Niger, dove compare l’isoterma di +20° +22° a 850 hpa. Qui la massa d’aria fredda è stata costretta a ruotare e invorticarsi su se stessa, favorendo lo sviluppo di una circolazione depressionaria che è andata a prendere sviluppo, a tutte le quote, proprio lungo il confine fra l’Algeria orientale e l’ovest della Libia.
Mentre le masse d’aria fredde scivolavano sull’entroterra algerino, poco più ad est, sull’entroterra libico ed egiziano, si è sviluppato un conseguente intenso richiamo di aria calda sub-tropicale che dal nord del Niger e del Ciad è salito verso la regione desertica del Fezzan, il deserto Libico e la Cirenaica. La risalita dell’aria calda sub-tropicale sulla Libia e su buona parte del territorio egiziano è accompagnata da venti molto forti da S-SE e SE, più occidentali sul Fezzan, che dai deserti interni della Libia meridionale stanno spirando con grande intensità, raffiche fino a 80-100 km/h, verso le coste della Tripolitania e Cirenaica, generando pure delle estese tempeste di polvere che stanno offuscando il cielo della Libia, estendendosi al Mediterraneo. Il marcato contrasto termico che si verrà a determinare, fra le masse d’aria fredde che stanno scivolando nel cuore dell’entroterra desertico dell’Algeria orientale (isoterme sui +0° a 850 hpa), con l’aria calda sub-tropicale che dal Sahara risalirà verso le coste libiche ed egiziane (isoterme fino a +18° +20° a 850 hpa), agevolerà nelle prossime ore l’ulteriore approfondimento della ciclogenesi, supportata in quota da una ampia goccia fredda, che si muoverà verso l‘area di Tripoli, con un minimo barico pronto a scendere sotto i 998 hpa. Nella mattinata di domani la profonda area depressionaria, con minimo sotto i 998 hpa, si muoverà verso il mar Libico e il basso Canale di Sicilia, contrastando con il robusto cuneo anticiclonico che dalla Francia si estenderà alla MittelEuropa e alle nostre regioni settentrionali, con massimi barici di oltre i 1032-1034 hpa.
Tale divario inasprirà notevolmente il “gradiente barico” (forti differenze di pressione) su tutto il Mediterraneo centrale, provocando un netto infittimento delle isobare fra la Sicilia, lo Ionio, le coste libiche e tunisine. Tra le Alpi e la Sicilia si verranno a creare differenze bariche di oltre i 30-35 hpa, davvero notevoli. L’intenso “gradiente barico” che si svilupperà andrà ad attivare forti e burrascosi venti dai quadranti orientali che da Creta e dal tratto di mare antistante le coste egiziane e della Cirenaica spireranno con grande intensità in direzione del basso Ionio, del Canale di Sicilia e delle coste tunisine, con raffiche pronte a oltrepassare persino i 90-100 km/h fra il basso Ionio, il mar Libico e il Canale di Sicilia, rendendo tali bacini da agitati a molto agitati, fino a localmente grossi a largo. L’aria umida e temperata che dalle coste della Cirenaica e dal Mediterraneo centro-orientale, attraversando il mar Libico e il basso Ionio, andrà ad impattare sulle coste della Sicilia orientale e della bassa Calabria ionica, addosserà una fitta nuvolosità che darà la stura a piogge e rovesci diffusi che risulteranno particolarmente abbondanti fra il ragusano, il siracusano e il basso catanese, con apporti pluviometrici davvero ingenti, oltre i 100 mm, lungo il versante orientale degli Iblei e dell’Etna, su quest’ultima oltre i 1600 metri cadrà tanta neve fresca. Sul Canale di Sicilia, data l’interazione del “Jet Stream” che dall’entroterra algerino risalirà fino alla Libia, potranno nascere pure delle cellule temporalesche che dovrebbero interessare sia Malta che le isole Pelagie, già spazzate da venti molto forti da E-NE e NE, con raffiche di picco fino a 90-100 km/h.
Il tempo più perturbato si avrà fra il siracusano, basso catanese e ragusano, dove le piogge saranno accompagnate, soprattutto in mattinata, da forti venti da E-NE e NE, che potranno superare picchi di 80-90 km/h fra l’area di Capo Passero e il golfo di Gela, dove si riverseranno raffiche molto forti dall’entroterra. La forte ventilazione nord-orientale si attenuerà un po’ solo dal pomeriggio/sera, continuando a spirare intensa sulle coste sud-orientali della Sicilia. Piogge sparse interesseranno quasi tutta la Sicilia e la bassa Calabria ionica, in particolare il reggino e il catanzarese, dove continuerà a piovere con insistenza fino alla giornata domenicale. Oltre alle piogge e ai forti venti bisognerà tenere conto delle forti mareggiate che domani flagelleranno le coste del catanese e del siracusano (in misura minore il messinese ionico che rimarrà riparato dalla costa calabra meridionale), in particolare il tratto compreso fra Augusta e Capo Passero, con l’avvento di onde alte fino a 5.0-6.0 metri, molto ben formate visto l’ampio “Fetch” (lo spazio di mare su cui soffia il vento) che da Creta si estenderà fino alla Sicilia orientale. Il maltempo continuerà a martellare di piogge e venti intensi le coste orientali della Sicilia fino al pomeriggio domenicale, allorquando l’area depressionaria andrà lentamente a colmarsi, spostandosi in direzione del golfo della Sirte, con un minimo barico al suolo che si attesterà sopra i 1004 hpa. Ciò causerà un indebolimento dei forti venti da NE che continueranno ad investire con forza lo Ionio e il Canale di Sicilia, apportando le ultime piogge sparse fra il basso catanese, il siracusano e il ragusano, mentre sul resto delle regioni meridionali è atteso un generale miglioramento, con l’apertura di schiarite più o meno ampie e la cessazione delle ultime precipitazioni.
Ma ora andiamo a vedere nel dettaglio le previsioni per il fine settimana.
SABATO 10 MARZO 2012
Al mattino l’alta pressione oceanica garantirà bel tempo su gran parte delle regioni centro-settentrionali, fino alla Toscana e all’alto Lazio, assicurando cieli sereni o poco nuvolosi, salvo il passaggio in quota di qualche velatura. Cieli pronti a spaziare dal poco nuvoloso al parzialmente nuvoloso o nuvoloso lungo l’Abruzzo, il Molise, con nuvolosità un po’ più consistente fra la Puglia, la Basilicata e la Campania. Cieli nuvolosi anche sulle coste orientali della Sardegna, mentre sul resto dell’isola si vedranno maggiori spazi soleggiati. Il maltempo invece andrà ad investire, già dalla mattinata, la bassa Calabria ionica e la Sicilia, dove risalirà un vasto tappeto di nubi che darà luogo a piogge e rovesci diffusi, che risulteranno maggiormente persistenti fra il catanese, il siracusano, il ragusano e il basso nisseno. Piogge abbondanti sono attese lungo il versante orientale dell’Etna, dove nevicherà fitto al di sopra dei 1600 metri, e sulle pendici orientali degli Iblei, dove si potranno registrare accumuli pluviometrici superiori ai 100 mm nelle 24 ore.
Nel pomeriggio l’alta pressione garantirà condizioni di tempo stabile e soleggiato su tutto il centro-nord, con cieli generalmente sereni o poco nuvolosi, salvo il passaggio di leggere velature in quota. Ampi spazi di cielo sereno o poco nuvoloso saranno presenti pure tra la Toscana, le Marche, l’Umbria e il Lazio settentrionale. Durante il pomeriggio, le nubi alte rappresentanti le propaggini più settentrionali della circolazione depressionaria, risaliranno fino al Molise, all’Abruzzo, alla Campania e al basso Lazio, dove i cieli si presenteranno nuvolosi. Una maggiore copertura nuvolosa risalirà sulla Puglia, la Calabria e la Basilicata, apportando delle piogge persistenti sul reggino ionico e catanzarese. Nubi sparse anche sulle coste orientali della Sardegna. La Sicilia invece sarà penalizzata dal maltempo, con forti piogge, rese semi/orizzontali dagli intensi venti da NE, che risulteranno particolarmente intense sul catanese, siracusano, ragusano e basso issano. Sul resto dell’isola i fenomeni saranno meno intensi e persistenti. Le forti precipitazioni continueranno a insistere fino alla serata e alla nottata successiva. Sul Canale di Sicilia si potranno sviluppare anche dei temporali, con fulminazioni, che andranno ad interessare Malta e le Pelagie, dove si potranno verificare forti rovesci.
Prevarrà il bel tempo e il clima stabile e secco sulle regioni settentrionali su buona parte di quelle centrali, con cieli in genere sereni o poco nuvolosi, salvo qualche locale annuvolamento. Un po’ di nuvole sparse saranno presenti fra Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Campania, ma dalla mattinata è atteso un lento miglioramento, con maggiori rasserenamenti. Migliorerà pure sulla Sardegna orientale, con maggiori schiarite, mentre l’instabilità rimarrà relegata solo alle coste ioniche della Calabria centro-meridionale e della Sicilia orientale che verranno interessate dalla ritornante umida da NE che scivola sullo Ionio. Piogge sparse e rovesci continueranno ad interessare il catanzarese, il reggino ionico, parte del messinese ionico, il catanese, il siracusano e il ragusano, i fenomeni precipitativi andranno però gradualmente ad attenuarsi dalla tarda mattinata, divenendo sempre più intermittenti e meno intensi. Ampie schiarite si apriranno anche sulla Sicilia occidentale e settentrionale.
Nel pomeriggio il promontorio anticiclonico azzorriano garantirà un tipo di tempo sostanzialmente stabile sulle regioni settentrionali e su buona parte di quelle centrali, con cieli in genere sereni o poco nuvolosi, salvo qualche locale annuvolamento, specie lungo i rilievi appenninici. Cieli generalmente poco nuvolosi o parzialmente nuvolosi sulla Sardegna. Maggiori schiarite, nel corso del pomeriggio, interesseranno l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Basilicata e la Campania. Una residua nuvolosità sarà presente sulle coste della Calabria ionica, con maggiori rasserenamenti in arrivo dalla serata successiva. Nel pomeriggio il miglioramento si estenderà pure alla Sicilia, dove subentreranno delle ampie aperture, con larghi squarci di cielo sereno. Solo sull’estrema punta sud-orientale dell’isola rimarrà una nuvolosità irregolare che darà la stura alle ultime piogge sparse tra il siracusano e il ragusano, in particolare il versante orientale degli Iblei. Le precipitazioni cesseranno definitivamente solo dalla tarda serata e dalla nottata successiva, con l’arrivo di ampie schiarite.
TEMPERATURE
Sono attese in graduale diminuzione sulle regioni adriatiche e al sud a partire dalla serata domenicale, quando affluirà aria più fredda dai Balcani che verrà richiamata dall’area depressionaria in fase di colmamento sul mar Libico.
Domani forti venti di burrasca da Est ed E-NE, forza 8-9 della scala Beaufort, sferzeranno tutto il basso Ionio, il mar Libico e il Canale di Sicilia, dove le forti correnti, tenderanno a piegare più verso NE all’altezza delle Pelagie e delle basse coste tunisine. I burrascosi venti da E-NE lambiranno anche le coste del basso catanese, siracusano e ragusano, con forti raffiche di oltre gli 80-90 km/h, mentre tra l’area di Capo Passero, il golfo di Gela, l’isola di Malta e le Pelagie, si potranno registrare raffiche di picco fino a 100 km/h. I forti venti orientali tenderanno gradualmente ad attenuarsi dalla tarda serata/notte, ruotando più da NE (Grecale) fra il Canale di Sicilia e il basso Ionio, antistante le coste sicule. Altrove i venti da NE soffieranno generalmente moderati, con locali rinforzi da E-NE sul golfo di Trieste, dove la Bora tornerà ad affacciarsi con raffiche sostenute, che potranno superare i 60-70 km/h dalla serata. Domenica sostenuti venti da Nord e N-NE si inseriranno sul medio-basso Adriatico e in seguito pure sul bacino tirrenico, con raffiche più sostenute lungo le coste toscane. Sul basso Ionio e sul Canale di Sicilia continueranno a spirare sostenuti, a tratti intensi, venti da NE e N-NE che si propagheranno alle coste della Tripolitania e della bassa Tunisia.
Domani si presenteranno da poco mossi a mossi, fino a molto mossi i bacini più meridionali. Particolare attenzione al basso Ionio, mar Libico e Canale di Sicilia che si presenteranno molto agitati (forza 6), con la formazione di grosse onde di “mare vivo” che potranno superare i 5.0 metri di altezza. Addirittura, il tratto compreso fra il basso Ionio e il Canale di Sicilia, nella mattinata di domani, si potrà presentare grosso (forza 7), con la formazione di grandi ondate che potranno superare i 6.0 metri di altezza, estendendosi da Malta fino alle isole Pelagie e le coste della bassa Tunisia. Rumorose mareggiate di media e forte intensità flagelleranno le coste del catanese e del siracusano, in particolare i litorali compresi fra Augusta e Capo Passero, dove giungeranno onde ben formate alte fino a 5.0 metri, che potranno causare dei danni nei tratti esposti al fenomeno dell’erosione. Domenica il moto ondoso andrà gradualmente a scadere, anche se lo Ionio e il basso Canale di Sicilia rimarranno ancora agitati, fino a localmente molto agitati (forza 6), a largo, con onde sui 3.0 metri e risacche in attenuazione lungo le coste del catanese e siracusano.
TENDENZA PER LA PROSSIMA SETTIMANA
In settimana l’alta pressione delle Azzorre si estenderà su buona parte della penisola riportando condizioni di tempo stabile e soleggiato su buona parte delle nostre regioni, soprattutto al centro-nord, dove il clima acquisterà caratteristiche quasi primaverili. Il sud e le regioni adriatiche invece saranno lambiti da spifferi di aria fredda che scivoleranno dai Balcani, ammassando un po’ di nubi sparse. Ma anche su queste regioni, da meta settimana, si estenderanno le propaggini dell’anticiclone oceanico che riporteranno il bel tempo, con condizioni di generale stabilità che assicureranno cieli sereni o poco nuvolosi. Da segnalare pure il conseguente rialzo termico, specie nei valori massimi.