“Gli studi sui neutrini possono spiegare i raggi cosmici”

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Il campo magnetico terrestre

”Vogliamo scoprire i neutrini astrofisici, che non sono mai stati misurati. Possono trasportare informazioni dai punti piu’ lontani dello spazio e consentire di puntare alla sorgente che li emette. Questo potrebbe consentire di spiegare l’origine dei raggi cosmici. Nessuno e’ riuscito a farlo”. Lo dice Emilio Migneco, coordinatore del progetto Km3Net, in corso nelle acque al largo di Capo Passero, in Sicilia, per la realizzazione del telescopio sottomarino europeo KM3 per l’osservazione dei neutrini. Migneco oggi a Catania ha incontrato piu’ di un migliaio studenti nel corso di una conferenza, organizzata dai lavoratori nazionali del Sud e dall’Istituto Nazionale di Geofisica Nucleare dal titolo ”Gli esploratori dell’invisibile”, moderata dallo ”scienziato per caso” Maurizio Roversi, alla quale hanno preso parte i fisici italiani che lavorano all’acceleratore Lhc di Ginevra e studiano le collisioni tra i fasci di protoni. All’incontro con gli studenti hanno preso parte, oltre a Migneco, il presidente dell’Infn Fernando Ferroni e i coordinatori degli esperimenti che si stanno svolgendo all’acceleratore Lhc di Ginevra, tra cui Fabiola Gianotti, che coordina l’esperimento Atlas. ”Le ricerche – ha detto Gianotti – ci permettono anche di capire anche la struttura e l’evoluzione dell’universo dopo il ‘Big bang’. L’infinitamente piccolo ci permette di capre l’infinitamente grande”.

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