Primavera in arrivo e, con essa, problemi per 10 milioni di italiani, insofferenti ai pollini trasportati in questo periodo dalle piante anemofile, cioè che usano il vento per la distribuzione del polline, l’impollinazione e la riproduzione. Questi pollini costituiscono la principale sorgente di allergeni inalanti dell’ambiente esterno che causano patologie allergiche respiratorie come rinite, rinocongiuntivite ed asma.
La primavera, spiega l’allergologa dell’Istituto superiore di Sanità Gabrielle Di Felice, coincide con il principale periodo di fioritura e pollinazione delle specie maggiormente coinvolte nella sensibilizzazione allergica e nello scatenamento dei sintomi nei soggetti sensibilizzati. L’Italia appartiene all’area vegetazionale Mediterranea, nella quale le specie vegetali più importanti dal punto di vista allergologico sono rappresentate dalle Graminacee, dalle Oleacee, dalle Urticacee e dalle Cupressacee. In senso temporale, si possono distinguere tre fasi nelle stagioni polliniche allergologicamente rilevanti: una stagione invernale bassa (da dicembre a marzo), caratterizzata dalla presenza di pollini delle Cupressacee e di altre specie arboree precoci (betulla e nocciolo), una stagione primaverile-estiva elevata (aprile-luglio), molto rilevante dal punto di vista allergologico, dominata dalla pollinazione delle Graminacee, della Parietaria e dell’Olivo, cui si aggiunge da marzo a maggio il platano e infine una stagione estiva-autunnale, meno pronunciata, in cui si colloca il secondo picco di pollinazione della Parietaria, sovrapposto alla pollinazione delle Composite e di alcune Graminacee.
- GRAMINACEE – La famiglia delle Graminacee, che include più di 10000 specie, comprende per la maggior parte specie che iniziano la loro fioritura a marzo e protraggono la stagione di pollinazione fino a maggio-giugno, ma anche altre specie che pollinano più tardivamente, fino ad ottobre-novembre a seconda dei climi. Più della metà dei soggetti allergici italiani ha problemi causati dal polline di specie appartenenti a questa famiglia. La maggior sorgente di polline allergologicamente rilevante proviene dalle Graminacee spontanee erbose, ma anche alcune specie coltivate come la segale, che produce alti quantitativi di polline, sono fonti importanti.
- OLEACEE Il polline di Olivo, appartenente alla famiglia delle Oleacee, è considerato una delle più importanti cause di allergia respiratoria nelle regioni Mediterranee, tra cui l’Italia, la Spagna, la Grecia e la Turchia. La pollinosi da Olivo, intensamente coltivato in molte regioni di Italia come pianta da reddito, è caratterizzata clinicamente da sintomi di rinite e congiuntivite piuttosto che da asma, e si presenta frequentemente associata alla sensibilizzazione verso altri allergeni inalanti.
- URTICACEE La Parietaria è il principale genere di rilevanza allergologica nell’ambito della famiglia delle Urticacee, e comprende specie spontanee e infestanti ampiamente diffuse nelle zone costiere dell’area Mediterranea. La sua caratteristica principale è la lunga persistenza della stagione pollinica nei nostri climi, che si protrae almeno da marzo ad ottobre ma in alcune zone come la Sicilia può estendersi per l’intero anno, grazie anche ai recenti cambiamenti climatici.
- CUPRESSACEE – Un discorso particolare merita la pollinosi da Cupressacee, che si colloca in un periodo particolare molto più vicino alla stagione invernale che primaverile, dato che le diverse specie iniziano a pollinare a novembre- dicembre e proseguono fino a febbraio-marzo. Per questa peculiarità, la rino-congiuntivite da Cupressacee è stata in passato a lungo sottostimata e confusa con i sintomi del comune raffreddore invernale. Queste specie arboree, che producono e rilasciano quantità enormi di polline, inducono prevalentemente rinite e congiuntivite, con bassa prevalenza di asma.
- COMPOSITE – I pollini della famiglia delle Composite si presentano più avanti nella stagione estiva (da luglio a settembre), e rappresentano una relativa “novità” per l’Italia essendo stati introdotti in tempi recenti in Italia dal continente americano. La loro presenza è stata rilevata inizialmente nel nord Italia e messa in relazione allo scalo internazionale di Malpensa dove è stata introdotta appunto dai voli intercontinentali, dimostrando come la mobilità e la globalizzazione influiscano anche sulla diffusione delle fonti allergeniche. Le specie principali si sono poi rapidamente adattate e diffuse in altre zone di Italia.
Oltre alle allergie da polline, però, ci sono altre quattro tipologie di allergie in grado di ’mettere in ginocchio’ chi ne soffre. Le allergie, infatti, nel loro complesso, sono il risultato di una risposta ipersensibile del sistema immunitario nei confronti di agenti estranei, gli allergeni, che possono essere rappresentati da sostanze molto diverse: pollini, polvere, spore, muffe ma anche determinati tipi di cibo, alcuni materiali, acari e altri insetti. A seconda che l`allergene sia ingerito, respirato o ci sia contatto diretto, l`allergia si manifesta in diversi modi.
- ALLERGIA DA PIANTE: è sicuramente la più diffusa, e anche quella da cui è più difficile difendersi, dal momento che è impossibile sottrarsi alla nevicata di polline, a meno che non ci si voglia barricare in casa. Raffreddore, tosse, congiuntivite, asma e riniti acute colpiscono le vittime di graminacee, parietaria, olivo, nocciolo, betulla e cipressi. Si può cercare di limitare l`esposizione al polline, consultando il calendario settimanale pubblicato on line dalla Rete italiana di monitoraggio degli aeroallergeni.
- ALLERGIA DA POLVERE: è causata dagli acari, minuscoli organismi che si annidano nei tappeti, nei materassi, nelle tende, nei pupazzi di peluche, e possono provocare l`asma bronchiale. Tosse persistente, prurito alla gola, starnuti, lacrimazione e difficoltà respiratorie sono sintomi della presenza di questa forma allergica. Antidoto fondamentale è la pulizia frequente degli ambienti in cui si vive.
- ALLERGIA DA CIBO: può scatenare reazioni. Latte, soia, uova, arachidi, noci, pomodori e vari tipi di frutta sono gli alimenti incriminati. I sintomi sono: prurito quasi immediato al cavo orale, comparsa di vescicole nella mucosa, gonfiore delle labbra, ma anche orticaria, dissenteria e vomito, che generalmente scompaiono nel giro di 24 ore; asma e rinite sono invece più rare. Naturalmente in questo caso è di fondamentale importanza individuare l`alimento responsabile dei sintomi ed eliminarlo dalla propria dieta.
- ALLERGIA DA ANIMALI: cani e gatti, ma anche conigli, cavalli e insetti, possono scatenare asma, starnuti, prurito alla gola e al naso, dermatiti e eruzioni cutanee. La soluzione ideale è allontanarsi dall`animale che causa il problema; in alternativa, si può provare a lavare cani e gatti una volta al mese. È stato dimostrato che il trattamento riduce di dieci volte gli agenti allergici già dopo un anno.
- ALLERGIA DA SMOG: deriva chiaramente dal traffico intenso delle grandi città e dal conseguente inquinamento atmosferico. Le mucose delle vie respiratorie si irritano, peggiorando i sintomi allergici. Chi abita in città si sarà reso conto, al ritorno da una vacanza, della differenza tra l`aria che respiriamo in città e quella dei luoghi di mare o di montagna: dopo qualche giorno di aria pura, il contatto con lo smog provoca tosse, lacrimazione e senso di affanno. Il consiglio è quello di usare una mascherina se si va in bicicletta, o di fare attività all`aria aperta nei parchi più lontani dal traffico.
Per fronteggiare la stagione pollinica, tenendo presente che a differenza di altri allergeni la strategia dell’allontanamento è in questo caso molto più difficile e in qualche caso impossibile, ecco un decalogo stilato da una esperta, Gabriella Di Felice dell’Istituto superiore di sanità, per cercare di ridurre l’esposizione e quindi di minimizzare gli effetti della reazione allergica: – prima di tutto, ovviamente, ottenere dallo specialista allergologo le informazioni dettagliate sul pannello di pollini responsabili della propria situazione allergica e sui trattamenti sintomatici più adatti – evitare di stare all’aperto nelle ore più propizie al rilascio del polline (10-16) ed evitare nelle stesse ore l’attività fisica all’aperto, l’apertura delle finestre di casa e dei finestrini dell’auto, soprattutto in giornate ventose, dato che i pollini allergenici sono facilmente sollevati e trasportati dal vento – evitare di stare all’aperto durante i temporali in presenza di alte concentrazioni di polline, poiché l’ambiente umido favorisce il rilascio di allergeni dai pollini ed aggrava le manifestazioni asmatiche – usare condizionatori in casa ed in auto con filtro antipolline – usare il casco integrale in moto – evitare l’asciugatura all’esterno degli abiti – evitare fattori irritanti come il fumo, la polvere, gli spray che possono peggiorare la situazione delle mucose esposte agli allergeni – per lo stesso motivo non utilizzare in ambienti chiusi apparecchi che liberano ozono che agisce appunto come irritante – non tenere in casa e in giardino piante allergeniche, ma preferire piante da fiore decorative che non producono pollini allergenici – programmare le vacanze controllando prima i calendari pollinici relativi al luogo e al periodo scelto.