La primavera è una delle quattro stagioni che segnano l’andamento climatico delle aree temperate del pianeta, e inizia con l’equinozio di primavera per poi concludersi con il solstizio d’estate.
La primavera astronomica inizia, appunto, con l’equinozio di primavera che cade intorno al 21 marzo (quest’anno oggi, il 20 marzo), e termina con il solstizio d’estate che cade intorno al 21 giugno circa.
Quella meteorologica, invece, inizia il 1° marzo e termina il 31 maggio, ma è solo una convenzione di comodo sui calcoli scientifici e climatologici.
Nell’immaginario comune la primavera assomiglia quasi all’estate: pensiamo alle rondini, al “risveglio della natura”, alla fioritura degli alberi e alle belle giornate di sole.
Viene in mente la poesia “Primavera” dalla raccolta “Rime Nuove” di Giosuè Carducci, che recita così:
Da i verdi umidi margini
La violetta odora,
ol mandorlo s’infiora
trillan gli uccelli a vol.
In realtà, mettendo da parte questo tipo di visione, affascinante e pittoresca, la primavera è ben altro.
Ed è raccontata bene, sempre per restare in ambito poetico, dai versi de “Il temporale” di G. Consolaro:
Che succede? Or è un momento,
calma e gaia era la terra;
e di colpo… pioggia, vento,
lampi e tuoni in ciel fan guerra…
Son scomparsi gli uccellini,
treman l’erbe e i fiorellini,
e le piante… ho, che pietà,
par si spezzino a metà!
La primavera non è certo una bella stagione: è, piuttosto, la stagione in cui arrivano i primi tepori di mite bel tempo e le prime belle giornate, ma per avere una certa stabilità meteorologica bisogna comunque attendere l’estate, tanto che molto spesso anche la prima metà di giugno è caratterizzata da fenomeni di maltempo e condizioni meteorologiche perturbate.
Se pensiamo di uscire velocemente dal tunnel dei fenomeni violenti che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, ci sbagliamo di grosso: la primavera, nei mesi di aprile e maggio così come a marzo e nella prima metà di giugno, si caratterizza per la più classica alternanza tra gli ultimi sbuffi freddi provenienti da nord e le prime vampate di calore risalenti dal nord Africa: uno stato di cose che dà vita, in sede Mediterranea, a violenti contrasti termici che generano non solo delle ciclogenesi da cui poi si alimenta il maltempo, ma anche dei fenomeni meteo tra i più curiosi e rari come le nebbie d’avvezione, le trombe d’aria e le trombe marine, i violenti temporali grandigeni, i primi episodi di termoconvezione pomeridiana e forti venti depressionari.
Addirittura maggio è uno dei mesi più piovosi, per alcune Regioni d’Italia (Toscana e Lazio in primis) e non sono certo una novità gli eventi alluvionali che possono verificarsi anche in questa stagione: non ci si sorprenderà, infatti, se ricordiamo il tragico evento del 1998, quell’anno che diventò l’anno della “Primavera di Fango” a Sarno e Quindici, in Campania.
Attendiamoci, quindi, sì le prime belle giornate di sole, e anche i primi piacevoli picchi di +20 e anche +25°C.
Senza dimenticare, però, che la primavera è capace di tutto, è una stagione tutto meno che statica e monotona, e che l’estate (vera paranoia per i meteo/appassionati Mediterranei) è ancora lontana.