La primavera meteorologica 2012 è già iniziata da un paio di settimane ma quella astronomica inizierà solo il 20 marzo con l’equinozio di primavera; che stagione sarà dal punto di vista meteorologico? In tanti se lo chiedono adesso che l’inverno sembra ormai archiviato, almeno al centro/nord dove splende il sole, fa caldo e prevale la siccità. Ma al sud le condizioni meteo sono ancora prettamente invernali e in generale non sono da escludere altri colpi di coda; ma a prescindere da questo, è tanta la curiosità sulla prossima stagione soprattutto per capire se terminerà o meno la lunga fase siccitosa del centro/nord che continua ormai da molti mesi e che potrebbe assumere connotati drammatici se proseguisse ancora, in vista dell’estate che è di per sè la stagione meno piovosa dell’anno.
Mario Giuliacci oggi ha pubblicato sul suo sito personale www.meteogiuliacci.it un’analisi in cui spiega che “probabilmente quest’anno la primavera sarà con temperature al di sopra della media, specie sulle regioni di Nordovest e tirreniche e per di più avara di piogge, specie al Centronord, aggravando, se fosse così, la già grave siccità che affligge da 2-3 mesi tutto il Nord Italia, nonché la Toscana e l’Umbria“.
Giuliacci poi spiega su quali basi meteoclimatiche poggia la sua proiezione: “L’andamento di questa primavera dipenda essenzialmente dalle anomalie ora in atto nella atmosfera e, più in particolare, da quelle anomalie delle quali si sa a priori che persisteranno ininterrottamente almeno per i prossimi 2-3 mesi, ovvero per la durata dell’intera stagione. Ebbene i rilevamenti sperimentali indicano che nell’atmosfera sono adesso presentii due importanti persistenti anomalie. La prima anomalia è la presenza della Niña, ovvero un anomalo raffreddamento delle acque superficiali del Pacifico equatoriale, una superficie quasi 1/7 di quella del pianeta. Però è dimostrato che sono trascurabili gli effetti della Niña sull’Europa, anche perché siamo agli antipodi del globo. Per di più la Niña è in fase di rapido indebolimento. La seconda anomalia è legata alla direzione dei venti stratosferici ( 20-50 km di quota circa) al di sopra della fascia tropicale. Tali venti hanno la cronometrica abitudine di soffiare per 12-14 mesi da ovest verso est (ovvero nel verso in cui scorre alle medio-alte quote il resto dell’atmosfera), mentre durante i successivi 12-14 mesi i venti invertono rotta e si muovono da est verso ovest. Questa periodica inversione di rotta dei venti stratosferici equatoriali quasi ogni 2 anni è nota con l’acronimo di QBO ( Quasi Biennal Oscillation). Adesso la QBO si trova nella fase di venti orientali che durerà almeno per altri 5-6 mesi. Ebbene le correlazioni dinamico-statistiche indicano che, sotto tali condizioni, tende a rafforzarsi fino alle Isole Britanniche l’anticiclone delle Azzorre, sbarrando in tal modo non solo la strada all’arrivo delle piovose perturbazioni atlantiche ma anche propiziando sulla nostra penisola lunghi periodi di tempo bello e soleggiato, tranne probabilmente l’estremo Sud. Insomma una primavera tiepida e siccitosa Infine vi è una terza anomalia che non riguarda l’atmosfera bensì l’innevamento sull’Emisfero Nord la cui superficie quest’anno ha raggiunto un’estensione tra le più elevati degli ultimi 46 anni ( l’8^ valore più alto per l’emisfero Nord; il 3^ valore più alto per l’area euroasiatica). Ma una copertura nevosa che in marzo-aprile interessa ancora in maniera anomala molte regioni delle medie latitudini (di solito già sgombre di neve in questo periodo dell’anno), farà si che la linea di ideale di demarcazione (fronte polare) tra l’aria fredda delle alte latitudini e l’aria calda subtropicale, ricalchi da vicino i confini meridionali delle regioni innevate. Ma stesse vicissitudini seguirà anche la corrente a getto polare che sarà costretta a ricalcare da vicino la posizione del fronte polare. Ne è un esempio l’andamento previsto (in tonalità verdi) in un giorno scelto a caso della prossima settimana. Pertanto la corrente a getto polare, dovendo scorrere lungo la linea che separa le aree innevate da quelle non innevate, in marzo e aprile di quest’anno sarà costretta a scendere verso sud fino alle aree innevate del Canada settentrionale, per poi risalire verso Nord sull’Oceano Atlantico fino all’Islanda, costeggiare quindi la innevata Norvegia, per poi scendere verso sudest seguendo i bordi meridionali delle regioni dell’Europa orientale, ancora fortemente innevate e che si allungano fino al Mar Nero. Ma in tal modo, almeno in marzo-aprile, gran parte delle perturbazioni in arrivo dal Nord atlantico – e che abitualmente accompagnano gli spostamenti della corrente a getto polare – dopo aver raggiunto la Norvegia , verranno strascinate verso l’Est europeo, senza interessare l’Italia. Insomma una ulteriore conferma che piogge e freddo in questa primavera staranno per lo più lontani dalla nostra penisola. Ovviamente questa previsione stagionale, non pretende di rappresentare la verità assoluta ma è l’unica che si potesse fare all’attuale stato… dell’arte“.