Le tempeste solari che stanno impattando in questi giorni contro il campo magnetico terrestre stanno mollando un pò la presa in queste ore, dove la nostra magnetosfera può ricompattarsi dopo l’estenuante difesa contro particelle energetiche e nubi di plasma in arrivo a grande velocità. Non ci sarà nemmeno il tempo di “rifiatare” però, che altre tempeste solari raggiungeranno il nostro pianeta nelle prossime ore, determinando nuove tempeste geomagnetiche. Un brillamento di classe M6 infatti, è stato visto esplodere nella giornata di ieri dalla superficie della nostra stella, innescando una nuova espulsione di massa coronale (CME) e conseguente vento solare in accentuazione. Nelle scorse notti aurore boreali spettacolari hanno illuminato i cieli delle alte latitudini, e torneranno a farlo non appena le particelle attaccheranno la protezione presente all’esterno del nostro pianeta. La tempesta in arrivo è al momento classificata nella categoria M, che indica un livello di intensità intermedio tra la classe C (la piu’ debole e praticamente priva di serie conseguenze) e la classe X (la più forte e rischiosa per il funzionamento di satelliti, telecomunicazioni e linee elettriche). A scatenare lo tsunami solare è ancora la stessa area attiva che nel giro di pochi giorni ha provocato ben due tempeste, chiamata AR1429. Nel frattempo il telescopio SDO (Solar Dynamics Observatory) della Nasa ha inviato a Terra i primi dati dello tsunami solare, che ha sollevato un getto di plasma, ossia di particelle elettricamente cariche, alto cento chilometri e lo ha scagliato nello spazio alla velocità di 250 chilometri al secondo, con un energia complessiva di 2 milioni di megatoni (pari a quella che liberata dall’esplosione di 2 milioni di tonnellate di tritolo). Secondo i modelli elaborati dal centro Goddard della Nasa è probabile che lo sciame di particelle possa raggiungere Marte il 13 marzo e che lungo il percorso possa colpire la sonda americana MSL (Mars Science Lab), sulla quale si trova il rover-laboratorio Curiosity. Potrebbe essere un anticipo di attività per il laboratorio destinato a cercare vita su Marte in quanto i suoi strumenti potrebbero registrare alcuni dati sul bombardamento di particelle che li investirà.