Siccita’ ai massimi livelli gia’ a marzo, con danni incalcolabili per l’agricoltura. Le semine sono un fallimento in quasi tutto il Paese. Piante e talee che in questo periodo vengono messe a dimora rischiano di non attecchire, con il doppio danno dell’investimento e il mancato raccolto. A ”tremare” per i tagli alle rese produttive, che potrebbero toccare punte del 50 per cento, sono gli agricoltori che ”fanno” riso, cereali, frutta, verdura e olio. Ma vivono in ansia anche gli allevatori che vedono, giorno dopo giorno, sparire ettari di foraggio fresco indispensabile per la qualita’ dei processi produttivi del latte e per la trasformazione di formaggi e carne. Questo e’ il quadro che emerge da un attento monitoraggio effettuato su tutto il territorio nazionale dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, che rivela come il problema delle mancate precipitazioni piovose stia angosciando gli operatori del settore. ”In molte zone del Paese – evidenzia la Cia – si registrano deficit idrici che sfiorano il 75 per cento rispetto agli standard stagionali. In Piemonte,Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto non piove da troppo tempo, ma anche in quelle regioni, dove si sono registrate abbondanti nevicati invernali, la terra ha ripreso a chiedere acqua. Gli agricoltorinon usano mezzi termini e definiscono la situazione da ‘codice rosso”’. ”Oltre 1,5 milioni di famiglie italiane – conclude la Cia – vivono di agricoltura e gia’ si trovano a fronteggiare la crisi che attanaglia la Penisola. Pensare che potrebbero non avere acqua a sufficienza per produrre in abbondanza e in qualita’ significherebbe assestare un colpo letale ai loro redditi”.