La tempesta geomagnetica causata dalla potente eruzione solare ha avuto effetti più deboli del previsto, ma secondo gli scienziati potrebbe anche intensificarsi nelle prossime ore. “Non è ancora finita. Dobbiamo attendere un altro pò per capire se stia per accadere qualcos’altro”, sostiene C. Alex Young, fisico solare del Goddard Space Flight Center in Greenbelt della NASA. Come ben sappiamo, due enormi brillamenti solari di classe X, sono eruttati dal Sole, scagliando un’onda di plasma e di particelle energetiche verso la Terra. La conseguente espulsione di massa coronale ha raggiunto il nostro pianeta alle 11:45 di ieri mattina, a quanto dicono i funzionari del Weather Prediction Space Center, gestito dal NOAA e dal Servizio di meteorologia nazionale. Nonostante le previsioni parlassero di danni a reti elettriche e ad altre infrastrutture elettroniche, ne hanno risentito soltanto alcune strumentazioni nello spazio, come le telecamere della sonda Venus Express, le quali sono state temporaneamente “accecate”. “L’orientamento del campo magnetico nella CME è un fattore determinante per capire quanto sia forte l’evento”, dice Young. “Se è orientato più a Sud, che è opposto alla Terra, ci aspettiamo una tempesta più forte, ma sembra che questa fosse orientata a Nord”. Attualmente sono stati segnalati solo effetti deboli-moderati, ma il campo magnetico dell’espulsione solare è dinamico, e ha il potenziale per cambiare. Fino a questo momento quindi, non sono stati segnalati disturbi gravi, ma le sonde spaziali hanno sperimentato alte dosi di radiazioni dagli attacchi delle particelle cariche. Rapporti ufficiali hanno inoltre dimostrato che diverse compagnie aeree commerciali, tra cui la Delta Airlines, si sono cautelate modificando il proprio piano di volo. Dal momento che gli effetti della tempesta sono stati solo moderati, le aurore boreali probabilmente non scenderanno al di sotto delle consuete latitudini, pur essendo intense. La tempesta solare resta però la più intensa degli ultimi 5 anni, tanto che gli esperti di meteorologia spaziale continueranno a monitorare la situazione. Inoltre l’area attiva da cui sono scaturiti i brillamenti non tende a placarsi, per cui potrebbero esserci nuove tempeste in arrivo.