Un antico mistero del ciclo di vita delle stelle

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Credit: NASA/Swift/Peter Brown, Univ. of Utah.

Una supernova di tipo Ia svolge un ruolo fondamentale nella nostra comprensione dell’universo. Gli studi su questi tipi di supernovae hanno portato alla scoperta dell’energia oscura, che è valso il premio Nobel 2011 per la fisica. Tuttavia, la causa di questa varietà di esplosione stellare resta sfuggente.  Due recenti studi dettagliati di SN 2011fe, la più vicina supernova di tipo Ia degli ultimi due decenni, ha fornito nuove prove che indicano che la progenitrice, una nana bianca, era una mangiatrice particolarmente esigente, che ha portato gli scienziati a concludere che la stella compagna non fosse simile al Sole o ad una gigante evoluta. Alicia Soderberg del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) e i suoi colleghi, hanno esaminato SN 2011fe a lunghezze d’onda che vanno dai raggi X alle onde radio, non osservando alcun segno di materiale stellare divorato recentemente dalla nana bianca. L’esplosione quindi, sarebbe avvenuta in un ambiente estremamente pulito. “Questa nana bianca è stata molto ordinata”, ha detto Laura Chomiuk del CfA, autrice di una delle due carte. Ulteriori studi che utilizzano il satellite Swift della NASA, che ha esaminato un gran numero di lontane supernovae di tipo Ia, sembrano escludere stelle giganti come compagne. Tali risultati sono stati descritti in un comunicato stampa della NASA. Gli studi, suggeriscono che le supernovae di tipo Ia provengano da uno scenario più esotico, forse dalla fusione esplosiva di due nane bianche. “Questo è un momento emozionante nella ricerca delle supernove di tipo Ia, in quanto ci avviciniamo a risolvere uno dei misteri più antichi del ciclo di vita delle stelle”, afferma Raffaella Margutti del CfA, autrice principale del secondo studio.

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