Siamo in Amazzonia. Ecco, nelle foto, come appare oggi il Teles Pires, fiume che contribuisce ad alimentare il Rio delle Amazzoni. Quella striscia che taglia a metà il corso d’acqua è la diga di Belo Monte, in costruzione. Attorno c’erano ettari di foresta, abbattuti per fare spazio ai lavori. Queste foto sono state scattate da Greenpeace per denunciare l’impatto del cantiere sulla zona: disboscamento selvaggio, ma non solo.
La diga, una volta complegata, sarà la terza più grande al mondo. Fa parte di un progetto del Governo brasiliano per potenziare la produzione di energia idroelettrica nel Paese, e sullo stesso corso d’acqua sono previsti altri sei cantieri. Ma la sola diga di Belo Monte ha costretto 20mila persone ad abbandonare le loro case e sommergerà 400mila ettari di foresta. E l’immenso bacino artificiale che si formerà minaccia anche le cascate sacre…
Un impatto ambientale che spaventa l’associazione Greenpeace, e ha smosso anche la corte federale. La costruzione è infatti stata bloccata perché minaccia le cascate sacre, le Sete Queda, un’area che fa parte della cultura locale e ospita il cimitero degli avi degli abitanti della zona.
Oltre alla cultura, anche il sostentamento delle popolazioni indigene è a rischio. La zona è fondamentale per la pesca, e la costruzione della diga mette in pericolo interi villaggi.
Nelle foto anche il villaggio di Invasao dos Padres, vicino al cantiere di Belo Monte.