Gli scienziati dell’USGS stanno studiando il recente aumento del numero di terremoti di magnitudo 3 o superiore negli Stati uniti. A partire dal 2001 il numero medio di eventi tellurici che si verificano ogni anno è aumentato in modo significativo, pari a 6 volte nel 2011 rispetto ai livelli del XX secolo. Un aumento di terremoti come questo richiede una domanda importante: sono naturali, o artificiali? Per rispondere a questa domanda, un team di scienziati ha analizzato i cambiamenti nel tasso di terremoti nel medio continente utilizzando grandi database dei terremoti registrati dal 1970. I ricercatori hanno poi dato uno sguardo più da vicino ai tassi di terremoto nelle regioni in cui le attività di produzione di energia sono cambiati negli ultimi anni. Hanno scoperto che in alcuni punti l’aumento della sismicità coincide con l’inserimento di acque reflue nei pozzi profondi di smaltimento. Queste aree tendono ad essere al centro del paese – soprattutto in Colorado, Texas, Arkansas, Oklahoma e Ohio. Mentre appare probabile che i cambiamenti osservati nei tassi di sismicità nella parte centrale degli Stati Uniti negli ultimi anni siano creati dall’uomo, resta da determinare se le scosse siano legate a cambiamenti sia nelle metodologie di produzione che per il tasso di produzione di petrolio e gas. Non vi sono prove che suggeriscono che la fratturazione idraulica è di per sé la causa del tasso di aumento dei terremoti. Il fatto che lo smaltimento di acque reflue prodotte durante l’estrazione delle risorse ha il potenziale di provocare terremoti è noto da tempo. Uno dei primi casi clinici documentati con un consenso scientifico di terremoti indotti, è presso l’Arsenale delle Montagne Rocciose e, nei pressi di Denver. Vi è un grande volume di acque reflue che è stato smaltito dal 1962-1966, inducendo una serie di terremoti (sotto la magnitudine 5). E’stato anche segnalato che la produzione di petrolio e di gas (estrazione) può potenzialmente causare terremoti quando le variazioni di tensioni sotterranee realizzate dalla rimozione di grandi volumi di petrolio, gas o acqua sono abbastanza grandi. Non tutti i pozzetti di smaltimento delle acque reflue inducono però terremoti. Dei circa 150.000 di Classe II, tra cui circa 40.000 pozzi di smaltimento dei rifiuti liquidi per le operazioni di petrolio e di gas, solo una piccola frazione di questi pozzi di smaltimento hanno indotto i terremoti che sono grandi abbastanza da essere fonte di preoccupazione per la popolazione. Attualmente, non esistono metodi a disposizione per anticipare se un progetto di smaltimento delle acque reflue possa scatenare terremoti che siano abbastanza grandi da essere motivo di preoccupazione. Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare risposte a queste domande importanti.