Per molto tempo i ricercatori hanno cercato di spiegare il fenomeno delle luci notturne osservate sul pianeta Venere, dal momento che il nostro gemello del sistema solare è privo di un campo magnetico. Le aurore boreali sulla Terra sono causate da un processo chiamato riconnessione magnetica, mediante il quale le linee di campo magnetico puntano in direzione opposta rispetto all’asse del dipolo del campo magnetico più intenso. Gli scienziati ne hanno appurato l’esistenza soltanto sui pianeti dotati di intrinseci campi magnetici come la Terra, Mercurio, Giove e Saturno. Questi campi magnetici deviano le particelle cariche del vento solare grazie ad un guscio che circonda il pianeta, conosciuto come magnetosfera. Ora, utilizzando i dati forniti dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) della sonda Venus Express, gli scienziati hanno scoperto una riconnessione anche sul pianeta Venere, tramite la creazione di gigantesche bolle magnetiche intorno al pianeta. “La dinamica del plasma di Venere e della Terra sono sorprendentemente simili nonostante i loro ambienti magnetici siamo molto diversi, con e senza campi magnetici intrinseci“, ha detto l’autore dello studio Tielong Zhang, uno scienziato planetario presso la Space Research Institute dell’Accademia Austriaca delle Scienze e ricercatore principale del magnetometro Venus Express. Questi risultati potrebbero aiutare a spiegare le misteriose luci notturne osservate su Venere e far luce su corpi come le comete, che come Venere non possiedono un campo magnetico. Gli scienziati hanno dettagliato i loro risultati in linea 5 aprile nella rivista Science.
Aurore polari anche su Venere, pianeta privo di un campo magnetico
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