E’ costante nel tempo l’emissione di lava dall’Etna: nel 2011, in 19 eventi parossistici, e’ stata di 28 milioni di metri cubi, lo stesso volume complessivo medio che hanno fatto registrare le effusione eruttive del vulcano attivo piu’ alto d’Europa dal 1970 a oggi. E’ quanto emerge da uno studio dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, pubblicato su ‘Geophysical Research Letters’, realizzato elaborando le immagini termiche acquisite dal sensore Seviri, a bordo del satellite Meteosat. Le fontane di lava, con eruzioni-lampo, che stanno caratterizzando da alcuni anni l’Etna, spiega Ciro Del Negro, dirigente di ricerca dell’Ingv, ”sono episodi che accadono con frequenza molto irregolare”. Si passa cosi’ da un massimo di 66 episodi, osservati nel 2000, a nessuno nel nel 2005, quando ci sono state esclusivamente effusioni laviche. Nel 2011 si sono verificate 18 fontane di lava. Il 1 aprile scorso e’ stato registrato il quinto episodio del 2012. ”I parametri dimensionali di una colata lavica – osserva Del Negro – sono proporzionali alla sua capacita’ distruttiva. Maggiore e’ il volume di una colata, piu’ essa sara’ lunga, e piu’ lontane dalla sommita’ del vulcano saranno le aree potenzialmente soggette ad invasione lavica”. ”Conoscere dall’inizio di un’eruzione qual e’ la portata della lava emessa dalla bocca effusiva – sottolinea il ricercatore dell’Ingv – permette di avviare tutte le simulazioni previsionali che individuano le aree maggiormente a rischio. In aggiunta, colate molto voluminose possono essere seguite da fasi di collasso della zona sommitale del vulcano”.